Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI VINCENZO; ITALIA RIFORME AMMINISTRATIVE 1887-1890
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1993
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45
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Studi sull'età crispina 45
un diverso modello di sviluppo non solo capitalistico ma addirittura della società nazionale nel suo insieme.29*
Pur partendo da indagini circoscritte, Aldo Berselli, Bianca Montale e Fulvio G. Cammarano sono giunti ad una conclusione comune, che non può essere perduta o sottovalutata, e cioè che dal 1889 diventa storicamente e ipoliticamente matura la consapevolezza che la trasformazione del .paese in senso democratico passa attraverso una nuova gestione delle amministrazioni locali fatta da uomini nuovi, espressione o rappresentanti degli interessi materiali, ideali e culturali di ceti nuovi che sono venuti emergendo dopo l'unità, e anche delle categorie emarginate.30) Riferendosi all'età giolittiana, Cosimo Ceccuti ha osservato che una giunta, un consiglio comunale saranno giudicati non per le scelte operative e per il modo con cui rispondono alle esigenze della città, ma più semplicemente per la connotazione politica.31) Personalmente ci sentiamo di estendere la novità alla riforma crispina, che segna, appunto, la politicizzazione degli enti locali comunali e, anche se lo dimentica troppo di sovente, provinciali.
I progetti di legge, che, una volta approvati, hanno consentito l'ampliamento del corpo elettorale ainministrativo dal 6,7 aU'11,2 della popolazione italiana, e reso elettivi i presidenti delle Deputazioni provinciali e i sindaci dei comuni con più di diecimila abitanti, sono le prove più eclatanti di quel programma Crispino, che prevede riforme tali da rendere più moderne in senso liberaldemooratico e più efficienti le strutture pubbliche .32)
Le osservazioni, che spesso da più parti, assurgono a critiche ed obiezioni severe sullo scarso tasso di democratizzazione degli enti territoriali e sdU'msufficiente livello di democraticità elettorale, devono confrontarsi con l'utile osservazione di Giuffrida, secondo cui la riforma crispina rese possibili le prime conquiste dei Comuni da parte dei blocchi popolari di socialisti, repubblicani e radicali.33) Obiettività ci spinge, comunque, a ricordare che il termine iniziale di una consistente
29) E. ROTELLI-F. TRANIELLO, // problema delle autonomie come problema storiografico, in Regioni e Stato dalla Resistenza alla Costituzione, a cura di M. Legnani, Bologna, Il Mulino, 1975, p. 34.
30) A. BERSELLI, Amministrazioni locali e stampa in Emilia-Romagna, in Amministrazioni locali e stampa in Emilia-Romagna {1889-1943), Bologna, Centro Emilia-Romagna per la storia del giornalismo, 1984, p. 20 e p. 21. Per Bianca Montale, v. La Gazzetta di Parma nel decennio di fine secolo (1889-1899), ivi, p. 75 e per Fulvio G. Cammarano, v. Autogoverno, amministrazione locate e formazione dell'opinione pubblica. La stampa amministrativa reggiana dal 1889 al 1900, ivi, p. 143.
3) C. CECCUTI, Amministrazioni locali e stampa quotidiana a Firenze nell'età giolittiana, ivi, p. 441.
32) p. PONZI, voce Crlspl, Francesco, in Dizionario biografico degli italiani, voi. XXX, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1984, p. 791.
33) R. GIUFFRIDA, art. c/7., pp. 278-279.