Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI VINCENZO; ITALIA RIFORME AMMINISTRATIVE 1887-1890
anno
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1993
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pagina
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47
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Studi sull'età crispina 47
lano due errori tipografici, da correggere in un'auspicata seconda edizione dell'opera: non esiste un s. Vincenzo di Paola ma s. Vincenzo de Paul, italianizzato de' Paoli (p. 319) e il sottoprefetto di Rieti, citato a p. 609, si chiamava Luigi Coccanari e non Cocconari.
Nel l'introduzione alla sezione II, Profili speciali, Fabio Rugge offre una spiegazione riduttiva, definendoli un tentativo ohe doveva restare, come resta, del tutto interlocutorio e che si giustifica qui solo nella misura in cui riesce ad integrare i risultati degli studi raccolti nella precedente sezione. Senza sottrarre merito e senza con ciò esprimere scarsa considerazione -per i saggi di Paolo Frascami (Le entrate), di Giuseppe De Luca (Le funzioni urbanistiche) e di Alessandro Polsi (Il catasto), i rapporti di Loredana Leoni {// personale elettivo) e di Mariapia Bi-garan (Il personale burocratico) appaiono più direttamente e più proficuamente utilizzabili dagli storici, interessati al piano poUticoamininistrativo.
La particolare sottolineatura fatta al lavoro della Leoni spinge a rilevare un vuoto, che, anche parzialmente e attraverso un'indagine campione, andava evitato, quello riguardante d'ente .provincia. Anche se attualmente è considerata una vera e propria Cenerentola tra le istituzioni territoriali esistenti, non sono da dimenticare l'alto concetto posseduto, tra gli altri, da Giustino Fortunato, che cita un eloquente passo di Min-gnetti,39> e da Giovanni Giolitti,4 concordi nell'evidenziare il plurisecolare radicamento nella realtà italiana e il notevole numero di consiglieri provinciali divenuti parlamentari (circa 700 nell'arco cronologico 1861-1921). Crispi è vero la considerava una istituzione artificiosa, ma c'è chi, senza esagerare, attribuisce alla riforma crispina della provincia la maggiore incisività fra quelle varate nel biennio 1888-1889.41> È, stata perduta una occasione per offrire un necessario adeguamento storiografico ad un tema fermo, sul piano teorico, ai volumi, ancora oggi utili, della Pe-1n:accM42> e di Amorth,43> risalenti, però, al 1962 e al 1967, e, su quello della concretezza e dell'esperienza politico-amministrativa, ai lavori di Gabrieli e di Mola sulle province di Mantova e di Cuneo, unici ad abbracciare al cammino dell'ente datila nascita unitaria all'avvento del fascismo e alla fase politica post-bellica.44)
s9) G. FORTUNATO, // Mezzogiorno e lo Stato unitario, voi. I, Firenze, Vallecchi, ed. 1973, p. 318.
40) Discorsi parlamentari di Giovanni Giolitti cit, voi. II, pp. 803-804.
41) G. LIBERATI, La legge comunale e provinciale, in Problemi istituzionali cit., -p. 182.
*9 A. PETRACCHI, Le origini dell'ordinamento comunale e provinciale Italiano. Storia della legislazione piemontese sugli enti locali dalla fine dell'antico regime al chiudersi dell'età cavouriana {1770-1861), voli. 3, Venezia, Neri Pozza, 1962.
43) le Province, a cura di A. AMORTH, Venezia, Neri Pozza, 1968.
44> M. GABRIELI, Cento anni del Consiglio Provinciale di Mantova (1867-1966),