Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI VINCENZO; ITALIA RIFORME AMMINISTRATIVE 1887-1890
anno <1993>   pagina <52>
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Vincenzo G. Pacifici
la definizione di completamento della codificazione unitaria, ohe vale da eloquente giudizio d'assieme. Ghisalberti esamina minuziosamente i pas­saggi innovatori delle nuove norme rispetto a quelle precedentemente in vigore, fissandoli nel tempo e nella loro posizione funzionale rispetto alle necessità della società.
H codice Zanardelli, dalle radici ideologiche precise ed evidenti, si dimostra, secondo Ghisalberti, sul piano civile una delle più alte realiz­zazioni dell'Italia liberale. È una valutazione questa sulla quale non si può che concordare.
La relazione successiva, dovuta a Reiner Schulze, dal titolo II con­tributo italiano al diritto penate europeo del tardo diciannovesimo secolo, completa, inserendo sul piano internazionale la normativa varata per im­pulso dell'uomo politico bresciano, l'analisi di Ghisalberti, saggiandone le tesi di fondo e ritrovandosi in esse, nel momento in cui il codice viene reputato un patrimonio ideale, che, oggi, non deve andare perduto.
Di grande interesse e di notevole attendibilità si rivela la relazione di Gianfranco Liberati, La legge comunale e provinciate. È un tema at­tuale, ripercorso da Liberati in una visione assieme ampia ed organica (le citazioni tratte dalla codificazione giustianianea sono utili e mirate). Confermando la pienezza dell'impianto informativo, l'autore nota la neces­sità, ormai improcrastinabile, di una ricerca storica sui molteplici e articolati "meccanismi" di attuazione del rapporto Stato-autonomie.
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Finché i nostri legislatori non avranno chiarissimo in mente il concetto del patrocinio de' deboli e dell'assistenza de' poveri, e non sapranno o non vorranno provvedere a che un gran numero di gente più o meno in giubba non rubino più oltre (è proprio così) il sacro patrimonio de' bisognosi, gli è vano sperare una qualunque riforma, che sia seria davvero .59>
Queste amare considerazioni di Giustino Fortunato, risalenti al 1876, fanno il paio con la definizione di Aristide Gabelli, che vedeva siamo nel 1890 i luoghi pii come un bosco immenso e pauroso e ci intro­ducono all'esame della relazione di Franco Della Peruta. Una relazione, dedicata alle opere pie dall'Unità alla legge Crispi, che riconosce i me­riti acquistati per decenni dalla carità privata, in grado di surrogare le animJnistrazioni pubbliche, riluttanti ad intervenire nel campo assisten­ziale, e che delinea la strada lunga e tortuosa, che doveva portare alla definizione dell'assistenza pubblica come obbligo della società defi­nito dalla legge.
Sottolineata la spiccata impostazione anticlericale, Della Peruta, concludendo l'ottimo saggio, vede la legge crispdna del 1890 come un rilevante momento di svolta rispetto al passato come utile preparazione
S9) G. FORTUNATO, Carteggio 1865*1911, a cura dd E. GENTILE, Bari, Laterza, 1978, p. 12.