Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI VINCENZO; ITALIA RIFORME AMMINISTRATIVE 1887-1890
anno
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1993
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pagina
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56
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Libri e periodici
nella storia, organica ed informata, tesa all'individuazione delle responsabilità e dei meriti, attenta alla ricostruzione degli avvenimenti e dei passaggi essenziali.
Trattenendo l'attenzione sulle pagine riguardanti la Basilicata contemporanea, esse appaiono misurate e consapevoli, nei limiti, degli sforzi compiuti. Giura Longo, infatti, riconosce che le trasformazioni economiche e sociali successive all'Unità d'Italia determinarono anche in Basilicata una situazione nuova, che si espresse in un risveglio organizzativo ed in un relativo dinamismo delle classi dirigenti. Osserva poi che attraverso la legge speciale del 1904 la società lucana riusciva a fornirsi di uno strumento che le avrebbe consentito di impostare in maniera meno angusta i problemi del proprio sviluppo .
Ci fu chi, ed era Francesco Saverio Nitti, giudicò il provvedimento concepito molto confusamente ,5> ma in risposta ebbe l'assicurazione che il Mezzogiorno costituiva una questione nazionale superiore forse a tutte le altre fi)
Gli anni hanno mostrato i risultati, eper la verità assai deludenti, dell'applicazione della legge e la situazione dei decenni successivi alla seconda guerra mondiale la dice lunga sul quadro reale, ma è difficilmente contestabile che quella normativa ha avuto il merito di imprimere nella società lucana una dinamicità per certi versi inedita .
Salvo nell'ultima parola, che dovrebbe essere sostituita con un termine più severo, anche chi non è meridionale, in questi giorni bui, deve fare propria l'espressione di Giustino Fortunato: Amo il nostro Mezzogiorno, non tanto per la pietà, quanto per il dolore, per il segreto acerbo perenne dolore, che esso mi procura e che mi spinge, un giorno più dell'altro, all'indulgenza .7)
VINCENZO G. PACIFICI
ANTONIO IODICB, L'assedio di Capua, 1-2 ottobre 1860. Con una silloge di documenti e 64 illustrazioni fuori testo con quadricromie. Prefazione di Manfredi Bosco; Napoli, Tip. Laurenziana, 1992, in 8, pp. XLVIII-216. L. 50.000.
La battaglia del Volturno, la quale si svolge nei primi due giorni dell'ottobre del 1860, dal punto di vista strategico-militare, pur se non costituisce l'epilogo della vicenda dell'unificazione italiana, dev'essere considerata la sua conclusione effettiva, in quanto rappresenta l'episodio finale dell'impresa garibaldina e segna la decisiva liquidazione di Garibaldi, il guerriero errante e disponibile dagli ideali agevolmente sfruttabili dagli accorti e consumati operatori della diplomazia piemontese.
Il 26 ottobre a Taverna Catena, nel tenimento municipale di Vairano Patenora, Vittorio Emanuele II incontra l'intraprendente generale e gli chiede della sua salute; insieme, dopo un quarto d'ora circa di scambi d'opinioni, si dirigono verso Teano, dove per il pranzo si separano. Il convegno, nel suo svolgimento breve e significativo, sancisce uno stato di fatto, abilmente costruito in sede politico-diplomatica, serve alla presa d'atto della situazione e al passaggio delle consegne, avvenuto al massimo possibile in maniera ufficiale, e liquida definitivamente l'impegno garibaldino.
5) Dalle carte di Giovanni GiotitH. Quaran l'anni di politica italiana. II. Dieci anni al potere 1901-1909, a cura di G. P. CAROCCI, Milano, Feltrinelli, 1962, p. 344, lettera dì Nitti a Giolitti del 14 novembre 1903.
6) Ivi, P. 345, risposta di Giolitti a Nitti del 17 novembre 1903.
7) G. FORTUNATO, op. clt.t p. 123, lettera a Gaetano Salvemini del 4 agosto 1913.