Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI VINCENZO; ITALIA RIFORME AMMINISTRATIVE 1887-1890
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1993
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Libri e periodici
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Ebbene, dalla battaglia del Volturno all'incontro di Vairano si ordisce la tessitura del cambio della guardia degli eserciti: i piemontesi prendono in mano la gestione delle ultime battute dell'impresa militare, riducendo in realtà a nuclei di sbandati i gruppi dei seguaci di Garibaldi. Questi sono i dati della storia, narrabili in poche righe con chiarezza e senza infingimenti; può giustificarsi che ci si siano fabbricati attorno volumi di considerazioni, ma vai la pena pure di chiedersi con quali esiti positivi di ricerche e di approfondimenti.
I soldati di Vittorio Emanuele II assumono in pieno l'iniziativa militare, assediano Capua nei primi due giorni del novembre del 1860 e costringono i borbonici a ripiegare su Gaeta e a chiudersi nella roccaforte per l'ultima vana resistenza. Il complesso della vicenda militare dell'unificazione italiana ha nella conclusione i piemontesi in primo piano a cogliere i frutti di un lavoro tramato con intelligenza politica, ma pure con abilità tattica.
Di quanto avviene dopo la battaglia del Volturno fino all'entrata in Capua del generale Enrico Morozzo Della Rocca, comandante del V corpo d'armata, il 4 novembre 1860, si interessa Antonio Iodice nel volume L'assedio di Capua, uscito di recente dalla tipografia dei frati francescani conventuali di San Lorenzo Maggiore a Napoli. L'autore non è nuovo a questo genere di studi, avendo, tra l'altro, pubblicato due anni fa La battaglia del Volturno, un libro di consistente spessore ma pure di indubbio interesse per la documentazione che lo arricchisce.
II volume di cui ci occupiamo ora si apre con circa cinquanta pagine di riferimenti bibliografici e di indicazioni delle fonti inedite di parte borbonica e di parte sardo-piemontese, nonché delle fonti capuane. L'articolazione del testo si svolge con ordine in quattro capitoli, in verità nelle intenzioni dell'autore ben predisposti e congegnati come momenti di un discorso unitario ed organico sulle fasi successive alla battaglia del Volturno come preparazione all'assedio di Capua e al ripiegamento dei borbonici oltre il Garigliano.
Il primo capitolo è dedicato agli sviluppi della situazione all'interno dell'esercito di Francesco II di Borbone nell'arco di tempo intercorrente dal primo giorno al 26 del mese di ottobre, vale a dire dalla sera della prima giornata della battaglia del Volturno e dall'idea del re delle Due Sicilie di una nuova offensiva all'incontro di Taverna Catena. Pur dando gli spazi dovuti agli scontri che avvengono tra regi e garibaldini, Iodice volge l'attenzione agli intrecci diplomatici che accompagnano la vicenda militare e all'atteggiamento dei governanti delle potenze europee in merito alla questione italiana; ma preminente in tutta la narrazione diventa l'incontro tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi, il quale si tenta di riportare alle sue effettive dimensioni storiche.
Nel secondo capitolo si discute degli accadimenti che avvengono dal 26 al 29 ottobre, dando i dovuti rilievi alle mosse dell'esercito piemontese, alla dichiarazione d'assedio del Della Rocca, all'intesa con Garibaldi, alle disposizioni del maresciallo Raffaele De Come, comandante della* piazza di Capua, al colloquio tra i generali Sirtori e Della Rocca, alla decisione di Garibaldi di starsene a Caserta e di dare l'unità del comando al responsabile del V corpo d'armata.
Mentre il terzo capitolo è dedicato ai preparativi dell'attacco con il racconto dei fatti che caratterizzano le ultime due giornate del mese di ottobre al dì qua e al di là del fronte dell'assedio, nel quarto si tratta la vicenda militare vera e propria, con i bombardamenti della città, i tentativi di difesa del De Cornò, la sommossa delle donne e dei ragazzi capuani, gli interventi del card, Giuseppe Cosenza e del sindaco Pietro Del Vecchio, le trattative della resa, la capitolazione con gli onori militari. Esiste pure un breve quinto capitolo per i rilievi conclusivi, ma è utile solo a sollecitare riflessioni pertinenti, come quella relativa al rapporti tra potere civile e potere ecclesiastico nell'Italia meridionale ad unificazione avvenuta, la quale ci è