Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI VINCENZO; ITALIA RIFORME AMMINISTRATIVE 1887-1890
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1993
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pagina
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58
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58 Libri e periodici
suggerita dagli atteggiamenti del Cosenza durante il 1861 e dall'enorme quantità di corrispondenza inedita in merito da ricercare e da studiare.
Se il complesso del lavoro di Antonio Iodice è valido nei limiti della trattazione storica e storiografica svolta con la passione che distingue l'impegno dei cultori di storia patria, ha rilevanza notevole il cumulo dei documenti pubblicati a corredo del testo; sono essi che costituiscono il materiale importante per la definitiva sistemazione della vicenda nel quadro generale della disfatta borbonica.
L'assedio di Capua è l'episodio che consacra la messa fuori gioco di Garibaldi e dei suoi seguaci dall'epilogo dell'unificazione italiana; risulta anche dalle pagine di Iodice l'atteggiamento che si assume da parte piemontese sul posto nei riguardi dei garibaldini, dei quali si diffida come di pericolosi e incontrollabili gregari di bande armate.
È la prima volta che l'assedio di Capua del 1860 viene trattato in maniera monografica organica: è questo il merito principale di Antonio Iodice, che, attraverso una diuturna e metodica applicazione alla ricerca e allo studio, ci dà la possibilità di avere a disposizione nella nostra biblioteca documentazioni e materiali di buon interesse da poter sfruttare eventualmente per ulteriori approfondimenti.
GAETANO ANDRISANI
ALDO DB MADDALENA - ACHILLE ROMANI, I primi cent'anni del Credito Bergamasco: 1891-1991; Cinisello Balsamo, Credito Bergamasco, 1991, in 8, pp. 397. S.p.
Lo splendido volume pubblicato sotto il patrocinio del Credito Bergamasco è il risultato di ima vasta e complessa ricerca effettuata negli archivi dell'Istituto. Essa non si è limitata all'esame dei bilanci e delle risultanze economiche dei primi cento anni di vita dell'Istituto, ma è stata ampliata all'analisi del contesto sociale ed economico in cui il Credito Bergamasco operò fino a diventare parte integrante e coinvolgente nel processo di sviluppo della zona, favorito e stimolato anche dalla sua attività. La cooperazione vissuta in conformità agli insegnamenti cattolici fu alla base della sua affermazione.
Aldo De Maddalena, autore della prima parte del lavoro, che va fino al 1929, esamina innanzitutto le condizioni economiche e sociali del Bergamasco intorno alla seconda metà dell' '800. La crescita demografica della provincia, di rifiorire della seri-bachicoltura e la rinnovata prosperità dell'industria della seta, della canapa e del lino, unitamente ad una forte espansione dell'attività edilizia, caratterizzarono l'ultimo ventennio del secolo scorso. Molti però lamentavano la mancanza di un'istituzione creditizia locale capace di aiutare sia lo sviluppo delle attività manifatturiere e del terziario, sia il processo di rinnovamento dell'agricoltura. La maggior parte del risparmio delle genti bergamasche era, infatti, rastrellato dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde.
Il Piccolo Credito Bergamasco (PCB) venne costituito il 1 giugno 1891. Sedici giorni prima era stata pubblicata l'enciclica Rerum Novarum, con la quale veniva sollecitato un intervento attivo dei cattolici a favore dei lavoratori. Il suo statuto recepiva Lo pieno le indicazioni del Pontefice, precisando che scopo dell'istituzione era di estendere i benefici del credito alle Associazioni di Mutuo Soccorso, Casse Rurali e Cooperative, ai priprietarl, commercianti, professionisti, operai, agricoltori e lavoratori in genere, facilitando in pari tempo ad essi il modo di far fruttate i loro risparmi, fruendo i vantaggi della previdenza e della cooperazione (p. 45). Veniva inoltre sottolineato il proposito di garantire ante omnia et erga omnes il carattere