Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI VINCENZO; ITALIA RIFORME AMMINISTRATIVE 1887-1890
anno <1993>   pagina <60>
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Libri e periodici
Tutto ciò veniva ad inserirsi nel eluna di generale depressione che colpiva il sistema economico, caratterizzato da un lato dalla caduta verticale degli investimenti e dall'altro dalla elevata preferenza per la liquidità delle famiglie, che impediva un incremento del deposito. La vivace presenza del Credito Italiano, della Banca Commerciale Italiana e della Banca Nazionale del Lavoro nella zona, portarono, nel triennio 1932-34 ad una perdita di circa il 30 per cento del portafoglio di prima scelta.
Alla vigilia del secondo conflitto mondiale l'Istituto evidenziava significativi miglio­ramenti sia nella situazione patrimoniale che in quella finanziaria. La sua dirigenza, nel 1937, avvertiva, comunque, l'avvicinarsi al tempo di guerra attraverso segnali economici ben precisi come la continua crescita di finanziamenti su cessione di crediti verso l'amministrazione statale per la fornitura di armi e di munizioni da parte di industrie bresciane o bergamasche (p. 243).
Nel 1940, un'ispezione della Banca d'Italia alla Banca Regionale Lombarda evidenziò gli stretti legami tra questa e il PCB che nel 1941 incorporò l'Istituto milanese, riuscendo così ad assicurare la sua presenza nella più importante piazza della regione.
Durante il conflitto fu costante preoccupazione del Consiglio di Amministrazione di mantenere un assetto finanziario e patrimoniale che avrebbe permesso di affrontare i problemi che la fine della guerra avrebbe posto. Le linee portanti della sua azione furono il mantenimento di un elevato grado di liquidità e di una attrezzatura strettamente indispensabile in termini di mezzi e di uomini, nonché di un forte accantonamento di riserve con diminuzione degli utili per alcuni esercizi, nella consapevolezza che in futuro il sacrificio degli azionisti sarebbe stato ben compensato.
L'oculata politica gestionale degli anni di guerra consenti al PCB di superare le difficoltà degli anni 1945-1948 e di non risentire dei vincoli introdotti con le misure proposte da Luigi Einaudi in tema di riserva obbligatoria, in un momento in cui la domanda di finanziamenti era crescente. Ancora una volta la Banca seppe individuare nella classe degli agricoltori, degli artigiani, dei piccoli e medi industriali e dei commercianti, la clientela che senza propositi di facili arricchimenti, con mode­razione ed avvedutezza, poteva dare garanzie di una sana gestione del credito. La composizione degli investimenti nel periodo 1945-1950 conferma la sua apertura al finanziamento della produzione, anche se negli affidamenti venivano preferiti i vecchi clienti, in luogo di prenderne altri, nel timore di non essere in grado di valutarne oculatamente la solvibilità.
Obiettivo primario del decennio del miracolo economico fu lo sviluppo senza inflazione ed il PCB seppe ben adeguarsi a tale linea, con un'accorta tutela della propria posizione patrimoniale. In tale periodo la crescita dell'Istituto venne segnata da due consistenti aumenti di capitale, nel 1954 e nel 1962, che passò dapprima da 60 a 180 milioni e poi a 300 milioni.
La relazione al bilancio del 1963 avvertiva, però, che si cominciava a registrare un mutamento delle tendenze che avevano caratterizzato il miracolo economico e che l'eccessiva dilatazione dei consumi non rappresentava un elemento positivo nel­l'economia. L'invito, ancora una volta, alla prudenza è ben presente nella relazione al bilancio del 1965.
Nel 1967 e nel 1969 il PCB procedeva ad altri aumenti di capitale, portato ad un miliardo di lire, resisi necessari dal considerevole sviluppo che ormai caratterizzava la Banca. E con decisione dell'assemblea del 1969, assieme all'aumento del capitale venne deliberato di sopprìmere dalla ragione sociale quel 'Piccolo' che, date le dimen­sioni raggiunte dalla Banca, sembrava più che mai anacronistico (p. 311).
TI ventennio appena trascorso conferma il grosso sviluppo realizzato dal Credito Bergamasco nella realtà economica non solo interregionale ma anche nazionale. Sono stati aperti sportelli a Roma ed è stato acquisito il Banco di San Marco, mentre il