Rassegna storica del Risorgimento

CALAMAI GIOVANNI; CARTEGGI (SERATTI-CALAMAI); GRANDUCATO DI TOS
anno <1993>   pagina <164>
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Bianca Maria Cecchini
blica di Genova alla coalizione. Drake si trovava a Livorno, da dove effettuava un blocco supplementare, trattenendo le navi svedesi e danesi provenienti da Lisbona e da Cadice e dirette a Genova.
L'aperta violazione delle acque territoriali da parte degli inglesi e l'appoggio da questi dato alla pirateria dei còrsi, unita alla situazione ormai insostenibile di Genova con la Repubblica francese, provocarono la rottura definitiva.
Nell'aprile del 1794 era fallita la cospirazione antioligarchica appog­giata da Tilly e il 9 termidoro aveva provocato la disgrazia di questi e il cambio di direzione della politica estera della Francia, che continuava comunque la sua campagna in Italia.5
Fu l'invasione dell'isola di Capraia da parte degli inglesi, avvenuta nel settembre di quell'anno, a convincere la Repubblica di Genova a schie­rarsi definitivamente e ufficialmente coi francesi. Il 23 settembre 1794 il Governo della Repubblica autorizzò il suo inviato straordinario a Parigi, Vincenzo Spinola, a preparare un trattato di alleanza con la Repubblica francese. Il trattato fu sottoscritto il 9 ottobre 1796, ma la neutralità di Genova era di fatto terminata due anni prima.
Dalla rapidissima rassegna della corrispondenza del LizakeviS emerge dunque in pieno la visione della situazione che si era venuta a creare nel Mediterraneo settentrionale nel periodo successivo al regicidio di Parigi. I tentativi espansionistici della Repubblica francese si concentra­rono in modo particolare sulla Repubblica aristocratica di Genova, uno dei punti fondamentali per la conquista dell'intera penisola .e dove gli agenti francesi furono abili nello sfruttare il malcontento sociale, convin­cendo gli esponenti della nuova classe mercantile, peraltro alieni da veri fermenti patriottici filo-giacobini, a ritenere più conveniente per loro l'abbandono della neutralità a favore della Francia.
È indubbio che vi sia una sostanziale differenza fra il modo di essere neutrale di Genova e quello della Toscana, differenza che va ritro­vata come si è già visto nell'ovvia differente dislocazione dei due Stati in due orbite opposte: il primo in quella francese ed il secondo in quella austriaca. In più, alla Corte toscana ebbero una parte fonda­mentale e anche questo si è già visto gli investimenti di denaro compiuti dal Granduca nelle maisons de commerce francesi.
Nonostante queste evidenti differenze, attraverso la descrizione degli avvenimenti fatta dal Lizakevic, emerge uno degli aspetti più importanti dell'Italia di quel periodo, quello della neutralità sostenuta dalle corti e dai governi dei piccoli Stati, il loro faticoso lavoro per mantenere questa linea politica e, in definitiva, la reale impossibilità di un loro successo in questo senso.
BIANCA MARTA CECCHINI
* Su questo si vedano in particolare P. Numi A, Genova durante la Rivoluzione francese. La cospirazione antioligarchica, In Giornale storico e letterario della Liguria, n. s., 2, 1926, e V. VITALE, Cristoforo Vincenzo Spinola e l'innocuo complotto contro la Repubblica Ligure, ivi, 11, 1935.