Rassegna storica del Risorgimento
CONVENZIONE DI SETTEMBRE 1864; VEGEZZI-RUSCALLA GIOVENALE
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La convenzione di settembre
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completamente i ponti alle spalle,8) e questo suo atteggiamento ambivalente non sfuggiva all'attenta osservazione dell'Asproni, che non rispaxv miava nel proprio diario frecciate pungenti al suo indirizzo.
Al di là degli articoli pubblicati da Vegezzi-Ruscalla sul Popolo d'Italia (del quale era il corrispondente da Torino sotto lo pseudonimo di Filosardo), foglio in cui non si andava molto oltre la cronaca degli avvenimenti e le invettive contro il governo, di estremo interesse sono invece le lettere indirizzate ad Asproni, con continuità, sino al mese di aprile del 1865. In esse sfogava il proprio rancore nei confronti del gabinetto Minghetti prima e di quello La Marmerà poi, lasciandosi andare a progetti di rivoluzione; tornava più volte in maniera critica sulle decisioni prese negli anni passati dai suoi concittadini:
Mio Caro Asproni
Mi permetti di pregarti a non voler accusare del mal governo della nostra patria comune i piemontesi? Per Dio, chi fece la sporca convenzione del 15 7mbre? danne la colpa ai gallofili del celo medio di tutte le Provincie e non a noi soli. Se qui fu la sede non fa sì che gli umili cittadini abbiano mal diretto: essi non impinguarono le tasche, anzi le vuotarono e sparsero il sangue affinché un'orda di ex-liberali s'ingrassasse e poi (temendo di perdere la gallina da spennacchiare) si posero nel novero dei servitori del Sire della Senna.
Dirò di più. 11 popolo torinese, operai, facchini, giornalieri, con un'intuizione nata dall'essersi visti così di frequente traditi, subodorarono cosa volesse dire la convenzione. Si gridò: Roma capitale e la risposta furono fucilate e contro i pochi che gridavano e i molti che andavano pe' "tatti loro.9*
E una lettera dell'8 novembre, scritta quindi a freddo , ma non per questo distaccata, anzi:
Minghetti prima e La Marmora dopo hanno disfatta l'Italia. Solo Garibaldi potrebbe salvarla. Saprai essere quasi sicuro un Ministero Rattazzi-Ricasoli. L'uomo di Aspromonte, il marito della celebre cugina capo del governo in Firenze.
Per carità gridate contro questo connubio al quale era voce si associasse Mordini, ma non è.
Ora che Torino non è più capitale e che va a diventare la sede del movimento democratico procura che i fogli di Napoli si mostrino meno sdegnosi con noi; ma ciò che più ancora importa si è di dar adosso a quel furfante di Sella, al ex socio del fatto di Aspromonte. Tirane giù contro le tasse. Grida
S) Sulle conseguenze politiche della Convenzione, segnatamente nell'ambito della Destra, si veda F. TRANIELLO, La Destra parlamentare piemontese dalla morte di Cavour al trasferimento detta capitale, in Rassegna storica toscana, 1961, pp. 97-128.
9) Lettera di Vegezzi-Ruscalla ad Asproni dell'8 novembre 1864, Istituto Superiore Regionale Etnografico - Nuoro, Carte Asproni del Fondo Dolfin, 11, Epistolario, busta 10. Tutte le lettere indirizzate dal torinese all'Asproni provengono da questo Fondo; colgo l'occasione per ringraziare 11 prof. Tito Orni, curatore del diario del nuorese, che me ne ha segnalato l'esistenza.
Sul rapporto epistolare tra due personaggi si veda V. FANNINI, Il carteggio Vegezzi-Ruscalla'G. Asproni, in Bollettino Bibliografico della Sardegna, a. IV (1987), fase. 7, pp. 73-75.