Rassegna storica del Risorgimento
CONVENZIONE DI SETTEMBRE 1864; VEGEZZI-RUSCALLA GIOVENALE
anno
<
1993
>
pagina
<
196
>
196
Vincenzo Vannini
La posizione di Asproni era chiara: condivideva in pieno le critiche di Vegezzi all'operato del governo, soprattutto in materia finanziaria, ma non era altrettanto ottimista sull'idea di far leva sul malcontento popolare su questo argomento per giungere ad una sollevazione generale. Bruciato da esperienze negative in passato, ma soprattutto dotato di un'esperienza politica e di una visione d'insieme maggiori di quelle del torinese, egli non poteva che limitarsi a prendere atto degli avvenimenti piemontesi, annotandoli nel proprio diario e prenderne spunto di tanto in tanto per articoli di fondo sul suo giornale, sul quale continuava comunque ad apparire regolarmente la cronaca dei fatti di Torino portante in calce la firma di Filosardo .15)
Nelle sue lettere private Vegezzi insisteva nel lamentarsi per l'opera di censura effettuata sui fogli democratici e non su quelli conservatori, segnalava la creazione di un'associazione che, dal mese di gennaio, avrebbe opposto resistenza legale alle imposizioni fiscali, faceva notare che mentre sui muri venivano repentinamente fatte sparire le scritte portanti offesa a Sella e Spaventa, definiti senza mezzi termini assassini, si lasciavano in evidenza quelle recanti ogni sorta di improperi rivolti nei confronti di quell'asino di Vittorio Emanuele ; 16> in altre parole per lui non esistevano dubbi, si era sull'orlo della guerra civile per la quale si trattava solo di trovare un pretesto qualsiasi per dar fuoco alla miccia:
La rivoluzione è fatta necessità per non perire; conto sulla tua penna Onde spingere il popolo a pubbliche manifestazioni di malcontento. Credimi se si continua a sgovernare, parlare e comperare deputati la sede a Firenze si farà in un. anno.
10 non avrei mai voluto l'ammutinamento. Questa matta imitazione della Francia causò male ben grande. Torino non si sarebbe ampliata smisuratamente, le provincìe avrebbero avuto miglior vita.
11 Ministero è lieto di contare a suoi difensori Bixio e Mordini, ma la democrazia ne piange.
In Corte malincuori e tristezza. Il Re vive come un condannato agli arresti. Non va più alla Venaria ed il suo unico passatempo è fottere belle donne.17)
Tutti gli atti del governo gli offrivano spunti per criticarne l'operato, né rimaneva immune dai suoi attacchi la stampa, rea a suo avviso di essere troppo condiscendente con la classe dirigente cui era accomunata nel terrore di un sollevamento popolare:
5) Vegezzi-Ruscalla non era comunque l'unico corrispondente dn Torino; alle pagine del Popolo d'Italia collaborava infatti, sempre dalla ex capitale, l'avv. Francesco Guglielmi, un liberale che era stato deputalo nella III legislatura; per una sintetica scheda biografica del personaggio cfr. T. SARTI, Il Parlamento Subalpino e nazionale. Profili e cenni biografici di tutti i Deputati e Senatori eletti e creati dai 1848 al 1890, Terni, 1890, p. 549.
16) Lettera di Vegezzi-Ruscalla a Giorgio Asproni del 21 novembre 1864, fondo cit.
17) Ibidem.