Rassegna storica del Risorgimento
CONVENZIONE DI SETTEMBRE 1864; VEGEZZI-RUSCALLA GIOVENALE
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1993
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Vincenzo Fannini
Quello stesso risentimento popolare che aveva fatto balenare nel Ruscalla l'idea di una rivoluzione sembrava essere solo un ricordo lontano, per molti fastidioso. La città aveva ripreso, almeno in apparenza, la dignitosa e distaccata aria di sempre, ma erano già chiari i segni della depressione: con la partenza della corte, del Parlamento e del governo, Torino aveva subito un colpo durissimo sotto l'aspetto socio-economico; al trasferimento di quegli organi avevano ben presto fatto seguito gli spostamenti degli uffici pubblici, della zecca, delle principali banche, con conseguenze disastrose per l'economia cittadina, avviata inesorabilmente verso un declino che appariva ai più come irreversibile. Nel giro di quattro anni la popolazione, terrorizzata dallo spettro della disoccupazione, si ridusse da 220.000 a 190.000 abitanti,32) dando luogo ad un controesodo diretto dalla città verso la campagna che sarebbe durato per tutto il decennio successivo e che avrebbe gettato Torino in un declino che avrebbe conosciuto segni di natura opposta solo sul finire del secolo.
Chiuso in un rassegnato silenzio, Vegezzi-Ruscalla trascorse gli ultimi anni di vita sempre a Torino, rinunciando in maniera definitiva a qualsiasi interesse di natura politica. Due erano ormai rimasti gli unici scopi della sua esistenza: la Romania e gli studi.
Del paese carpato-balcanico, di cui era stato nel marzo del 1863 nominato dal Parlamento di Bucarest cittadino onorario, era sempre stato un fedele amico: dal 1831,33) anno del primo contatto diretto con i romeni, Vegezzi-Ruscalla aveva infatti svolto enormi energie cercando di dimostrare, attraverso articoli pubblicati su diversi periodici e quotidiani italiani,34) le analogie esistenti tra il romeno e l'italiano, cercando di
32) Fenomeno prontamente rimarcato dallo stesso Vegezzi-Ruscalla, che il 15 giugno 1865, scrivendo all'Asproni, poneva l'accento sugli effetti prodotti dal trasferimento della capitale a Firenze sulla popolazione (G. ASPROM, Diario, di., p. 178), impressione ripresa e ribadita, a due mesi di distanza, in una lettera del 17 agosto, in cui si lasciava anche andare a pessimistiche previsioni per l'ormai prossima tornata elettorale, che avrebbe secondo lui visto il trionfo clericale perché i liberali sono scompigliati , a meno che non si stringesse in tempi brevi un'alleanza tra i moderati piemontesi (in cui continuava a riconoscersi) ed i democratici meridionali (ivi, p. 181).
33) in quell'anno, Vegezzi-Ruscalla si era recato in Transitvania per motivi di lavoro, legati alla sua attività di studioso dei sistemi carcerali vigenti nei vari paesi europei, entrando così in contatto con la forte minoranza romena che lì viveva all'ombra della corona di Santo Stefano.
II 1831 è un anno di fondamentale rilevanza per la storia della Romania: in quella data entrava infatti in vigore in Valacchia il Regolamento organico (mentre in Moldavia ciò sarebbe avvenuto soltanto l'anno successivo), frutto diretto della Pace di AdrianopoH (1829). Con esso, che rappresenta la prima carta costituzionale di forma moderna elaborata nei Balcani, veniva sancita la separazione dei poteri, erano creati un consiglio dei ministri, una burocrazia, delle finanze, una milizia nazionale ed un'Assemblea. L'ospodaro, membro della classe dei bojari (della quale facevano parte anche ì 150 membri dell'Assemblea nazionale), era eletto a vita. Pur con del limiti notevoli (la conferma della separazione del due principati, il carattere sociale chiaramente oligarchico), Il Regolamento organico alla cui stesura avevano contribuito le migliori menti del paese diede finalmente vita alla creazione in chiave moderna degli organi essenziali dello Stato in ciascuno dei principati danubiani (A. TAMBORRA, L'Europa centro-orientale nei secoli XtX-XX (1800-1920), voi, I, Milano, 1973, pp. 69-71).
34) Solo per citarne alcuni, ricordiamo la rivista culturale torinese Museo (sulla