Rassegna storica del Risorgimento
CONVENZIONE DI SETTEMBRE 1864; VEGEZZI-RUSCALLA GIOVENALE
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1993
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Vincenzo Vannini
nalità di primissimo piano del mondo politico e culturale romeno; con Costantin Mitilineu, autore, tra l'altro, nel 1885, dalla prima biografia di Vegezzi-Ruscalla, pubblicata in Romania sulle pagine della rivista Fratia rómana-italiana.2
Ma l'attività che gli assorbiva maggiori energie era quella di docente universitario. Dal 1863 Vegezzi-Ruscalla percepiva infatti un appannaggio mensile di mille lei a patto che tenesse un corso di lingua, letteratura e storia romene presso l'Ateneo torinese. Quella romena fu la prima lingua straniera insegnata nelle Università italiane; iniziato nell'anno accademico 1863-64, il corso tenuto da Vegezzi durò ininterrottamente sino al 1879, anno in cui la lingua romena cessò di essere insegnata nella Facoltà di Lettere di Torino, per essere ripresa soltanto nell'anno accademico 1930-31.3S I corsi del Ruscalla, molto seguiti, stimolarono l'invio a Torino di un numero sempre maggiore di giovani studiosi dalla Romania (e questo anche dopo la Convenzione di settembre),39 il cui affetto e la cui riconoscenza nei confronti del vecchio professore, unite alla sua passione per l'insegnamento ed all'amore nutrito per la Romania (di cui venne nominato console onorario in Piemonte nel 1881) 4) riuscirono in qualche modo a consolarlo delle delusioni patite a seguito della sporca Convenzione, come continuò sino alla fine a definire l'atto che aveva sancito la decadenza di Torino da capitale.
VINCENZO FANNINI
1860-61 e nel 1863-64, ministro degli Esteri nel 1877, proprio nel momento in cui la Romania proclamò l'indipendenza per sua voce. Come uomo di cultura prestò grande attenzione alle istituzioni scolastiche e scientifiche (Università di Jasi, Scuola di Commercio. Conservatorio, ecc.), battendosi per un'istruzione pubblica diffusa ed accessibile a tutti (cioè gratuita), donne incluse. Morì a Parigi, ma fu seppellito a Jasi, nel cimitero Eternitatea.
37) IV, n. 24, 30 dicembre 1884-11 gennaio 1885.
3S) M. RUFFINI, L'insegnamento del rumeno in Italia, ne // Veltro, XIII, 1969, p. 305. Sull'attività didattica di Vegezzi-Ruscalla si vedano C. ISOPESCU, Filologia romena all'Univeristà di Torino verso il 1870, Torino, 1942; V. FANNFNI, Alcuni studi sulla lingua romena in Italia nell'Ottocento: Carlo Cattaneo, Graziadio Isaia Ascoli e Giovenale Vegezzi-Ruscalla, cit pp. 47-54.
3?) A questo proposito scriveva Vegezzi: Io l'attribuisco per altro, o signori, non alle povere bazzecole che diedi alle stampe ed al libero corso di storia della Valacchia e della Moldavia che fo in questa Università, sì allo avere proposto e conseguito che venissero qui agli studi dalla lontana Rumania. mia diletta seconda patria, una eletta schiera di giovani ad addottorarsi; i quali, colà tornati fecero, e gli attuali faranno, splendida testimonianza col l'opera e cogli scritti dell'eccellenza dei docenti della nostra Università, così ne dilateranno la fama nell'Europa orientale (G. VEGEZZI-RUSCALLA, Parole dette da Giovenale Vegezzi-Ruscalla il 4 gennaio 1866, dì del suo ricevimento nel collegio di Lettere dell'Università di Torino, Torino, 1866, p. 3).
40) Precedentemente aveva ottenuto altri due significativi riconoscimenti: l'ordine Rane-M eremi e l'elezione, al pari di Edgard Quinci, a socio onorario dell'Accademia di Romania.
La passione per quel paese era così forte in lui da sfiorare il fanatismo: girava in città portando sul nodo della cravatta una spilla su cui erano riprodotti i colori nazionali romeni e ad ogni festa nazionale innalzava sul tetto della sua villa la bandiera dei Principati accanto a quella italiana; nulla di strano se i giornali satìrici dell'epoca aveva iniziato a chiamarlo il romeno ,