Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI COMUNALI GENOVA 1887-1892; GIORNALI GENOVA 1887-1892;
anno <1993>   pagina <208>
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Bianca Montale
maggioranza consigliare uscente. Una suddivisione netta all'interno delle forze cattoliche è tuttavia assai difficile, perché molte posizioni sono sfumate, e spesso non chiaramente classificabili. Sul piano elettorale esi­ste comunque, malgrado talune riserve, una generale convergenza attorno agli uomini proposti dal Cittadino.5)
Nel febbraio 1888 la situazione appare con poche speranze per coloro che sono definiti conservatori dai moderati, e clericali dai progressisti. Esercenti, commercianti, industriali, dirigenti statali, alcune società di Mutuo Soccorso, il Circolo Mazzini, e soprattutto la Massoneria e il pre­fetto prendono posizione in favore del listone liberal-radicale. Che, assai eterogeneo, non esprime, né forse lo potrebbe, un programma ammini­strativo preciso. La Confederazione Operaia Genovese, invitata ad aderire al blocco, prende le distanze perché troppi monarchici, capitalisti e affa­risti, politicamente certo non a sinistra, ne fanno parte. Ci sono però a titolo personale presenze di democratici. Su 48 candidati liberali molti sono nobili, banchieri, industriali, alti funzionari, professionisti; ci sono parlamentari ed ex ministri, e un gran numero di commendatori e ca­valieri. Non mancano due giornalisti radicali (Barrili e Vassallo), il gari­baldino Antonio Burlando, Giacomo Dall'Orso massone ed esponente con­federale. Non ci sono candidature operaie.6)
Del tutto simile è l'estrazione sociale dei componenti la lista catto­lica, che presenta 27 ex consiglieri, tra i quali anche il sindaco Podestà, candidato costituzionale, e Giovanni Ricci presente in tutte le liste. Il Corriere Mercantile, che appoggia i nomi proposti dal Comitato Costi­tuzionale auspica l'elezione di uomini alieni dalle intemperanze dei par­titi estremi e vorrebbe che i contribuenti dell'imposta fondiaria, base vera e reale delle risorse commerciali e provinciali, avessero qualche se­ria ed efficace guarentigia >i
È interessante notare come in alcune tra le principali famiglie geno­vesi spesso un membro militi da una parte, e un altro in quella opposta:
5) L'Epoca, 19-20 febbraio 1888. Sul cattolicesimo genovese e i suoi uomini di mag­gior rilievo nel decennio di fine secolo vedi LUCIANA GARIBBO, Conservatori cattolici e democratici cristiani a Genova, in Dalla prima democrazia cristiana al sindacalismo bianco, Roma, 5 Lune, 1983, pp. 77-130.
6> Tra i nomi più noti, quelli di senatori (Boccardo, Casaretto, Figoli, Ricci, Se­condi); del deputato Gagliardo e dell'ex ministro Castagnola; di numerosi banchieri, armatori finanzieri (Bingen, Bombrini, Cerutti, Crespi, Gatti); di imprenditori (Piaggio, Oderò); di Giacomo Millo, presidente della Camera di Commercio; di Proserpio, ispet­tore delle Ferrovie; dei marchesi Giacomo Dona, Gian Maria Cambiaso e Gerolamo Gavotti; degli avvocati Cobol la. Ceiosia, Calegari.
7 Giovanni Ricci è proposto da tutti: la cosa desta qualche sorpresa per quel che riguarda la lista del Cittadino, poiché il marchese, a differenza del fratello Vincenzo, è decisamente anticlericale. Il Corriere Mercantile, 25 e 27 gennaio 1888. Il foglio mode­rato mostra scarsa simpatia per Stefano Castagnola, transfuga dai costituzionali ai liberali.