Rassegna storica del Risorgimento
ELEZIONI COMUNALI GENOVA 1887-1892; GIORNALI GENOVA 1887-1892;
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1993
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Genova a fine secolo
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mondo e come nota L'Epoca rinfaccia all'amministrazione liberale quel po' di illuminazione pel 20 settembre, dimenticando i lumi accesi dal comm. Podestà a S. Caterina.1
Il Mercantile del 29-30 settembre mostra qualche preoccupazione per il suffragio allargato; teme le utopie dei programmi dei socialisti di Milano e degli operai di Roma, giudicandoli indeterminati e nebulosi. Altri punti sono comuni a quasi tutti i partiti, e molto è stato attuato, o è in via di attuazione, nelle amministrazioni scadute. Rileva contraddizioni nei programmi delle sinistre specialmente nelle questioni economiche. Si domanda di addossare ai Comuni nuovi servizi, dei quali alcuni costituirebbero comunismo della specie peggiore e più utopistica, e dall'altra parte si invocano le abolizioni del dazio di consumo e la diminuzione delle tasse . Parla di mancanza di senso politico , di assurde esagerazioni delle pretese di alcuni , e definisce calcolo sbagliato quello di accordare un eccessivo allargamento del suffragio . La classe degli operai ha tendenza a separarsi dalle altre e costituire una classe a parte, una specie di aristocrazia nuova. Questa tendenza è antidemocratica [...] offendendo quel principio di uguaglianza che è una delle conquiste della civiltà moderna. Condanna la proposta di indennità come spettacolo poco edificante e del quale non crediamo che gli elettori sieno disposti a pagare le spese. Riporta senza commenti il bilancio preventivo 1890, con un passivo di oltre cinque milioni e mezzo (per ripianarlo, ci sarà un nuovo prestito e quasi un milione di sovraimposta). Il foglio moderato commenta con una punta di ironia il discorso di chiusura fatto dal sindaco Castagnola: Non era punto commosso, ed anzi trapelava dalla sua persona un mal dissimulato senso di soddisfazione, come avviene in chi sta per togliersi dall'animo una grave pena. Nota esagerazioni, e un vantare per sé tutto quanto era condotto quasi a termine dalle Amministrazioni precedenti, meno la Darsena che da tutti viene giudicata come il più grosso errore del morente Consiglio. Un'altra ampollosità fu quella di dire che l'attuale Amministrazione Civica lascia le casse rigurgitanti di denaro. Forse che la precedente Amministrazione non le lasciò anche più rigurgitanti e con minori debiti? e parla di apologo del corvo che si veste con le penne del pavone .,6>
La nuova legge sembra prospettare un potenziamento del fronte anticlericale, che con l'allargamento del voto cerca con insistenza l'appoggio di democratici e società operaie. Sul fronte opposto, si parla addirittura della presentazione da parte dei cattolici di una Usta ridotta, per la prevista funzione di minoranza; ciò che poi non avverrà.
Il problema è più complesso per quanto riguarda l'alleanza tra liberali e democratici. Stefano Canzio, presidente del Comitato Liberale,
15) L'Epoca, 24-25 ottobre 1889.
tt> // Corriere Mercantile, 31 ottobre 1889.