Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI COMUNALI GENOVA 1887-1892; GIORNALI GENOVA 1887-1892;
anno <1993>   pagina <214>
immagine non disponibile

214
Bianca Montale
posto Podestà, Casaretto, De Katt, Ricci degli esercenti. Ora i liberal-radicali, da soli, si contano: tra il ventottesimo e il cinquantanovesimo posto, scendono dalle 4.512 preferenze di Bingen alle 3.622 di Giuseppe Vassallo. Gli esercenti, con unica candidatura, eletti scendono dai 4.859 voti di Podestà ai 3.670 di Imperiale (al 52 posto).
I cattolici eletti oscillano tra i 3.784 voti di Romairone e i 3.607 di Raffaele Bombrini. Gli altri, riportano dai 3.600 ai 3.242 voti.
Questo elenco sommario e per campioni indica che liberali e catto­lici, ove non esistano doppie candidature, riportano suffragi che differi­scono di poche centinaia di unità, e come un peso determinante abbia quel moderatismo intermedio, espresso in questa fase dai commercianti o esercenti che consente con appoggi o alleanze all'una o all'altra parte di prendere il sopravvento. È sufficiente persino l'assenteismo di questo grappo per far crollare le apparentemente salde maggioranze del Comi­tato Liberale. Nel quale si è verificato un fatto che pone le premesse di un prossimo fallimento: l'alleanza coi democratici ha funzionato poco e male, e non ha avuto il peso sperato. È difficile dire se molti democratici non hanno voluto votare una lista carica di monarchici, finanzieri, arma­tori, industriali, o se sia soltanto la loro debolezza a determinare i risul­tati. Sta di fatto che all'in fuori di alcuni noti esponenti massonici i candidati democratici riportano un chiaro insuccesso, risultando sotto il centesimo posto in graduatoria, dopo i cattolici; Mosto ha 3.233 voti, Dagnino 2.891, Busticca 2.884, sino ai 2.339 dell'operaio Remondini. Per i repubblicani l'adesione al listone è stata un insuccesso, che ha conferito loro il semplice ruolo di caudatari di un blocco ibrido. Epoca esulta, ma più di tutti si mostra contento il moderato Corriere Mercantile che giudica relativamente buoni i risultati. Sono infatti stati eletti pochi radicali da una parte, e pochi clericali dall'altra, e fra questi una grossa maggioranza di liberali . Il gran numero di voti a Podestà e Casaretto, proposti dai soli esercenti, è significativo. Occorre ora non essere parti­giani, ma agire nel pubblico interesse.25) I cattolici non si dicono scon­tenti del risultato.2*) Le elezioni dell'89, pur con un numero di votanti
25) L'Eco d'Italia del 15-16 novembre rileva come nelle schede siano stati cancel­lati i nomi degli operai, e i democratici siano stati corbellati . Genova ha schiac­ciato i clericali afferma L'Epoca (12-13 novembre). Il Corriere Mercantile (13 e 14 novembre 1889) rileva l'esito favorevole agli esercenti, parla di buon senso e di citta­dinanza che è aliena dalle intransigenze di ogni genere e ha mostrato che non vuole punto né poco il predominio di certi partiti violenti, pei quali la vittoria sarebbe un incentivo maggiore per tentare ogni mezzo di minare le istituzioni. Ci è pur grato nove­rare fra gii eletti alcuni nomi stimabilissimi che figuravano nella lista conservatrice, ed i quali voler chiamare clericali e nemici della patria sarebbe stolto e ridicolo .
26) i cattolici hanno ottenuto poco, ma meglio che niente ; la sconfitta è stata tutl'altro che disonorevole j tutti i nomi che potevano avere popolarità e raccogliere voti sono stati messi in lista dagli avversari: capi di stabilimenti industriali, esponenti della giustizia e dell'amministrazione. La lista anticlericale era un'accozzaglia ; 1 cat-