Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI COMUNALI GENOVA 1887-1892; GIORNALI GENOVA 1887-1892;
anno <1993>   pagina <215>
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Genova a fine secolo 215
doppio, non mutano l'assetto stabilito nell'anno precedente. Nel nuovo consiglio fanno spicco industriali, finanzieri, banchieri (Cravero, Ghersi, Bombrini, Oderò, Bingen, Criste, Gatti, Podestà); nobili (Cambiaso, Doria, Ricci, Gavotti, Vivaldi Pasqua, Imperiale, Centurione, Romairone); molti avvocati, medici, ingegneri, armatori (Vare, Crespi); alti dirigenti di enti pubblici e privati. A quanto sembra, un solo operaio.27)
Cemento ideologico, la Massoneria per coloro che fanno parte deUa maggioranza: sono pubblicamente noti come appartenenti alle logge Ricci, Novella, Calegari, Vassallo, Grasso, Gabella, Casale, Dall'Orso, Macaggi e altri ancora.
Ciò che più interessa, in questo sintetico excursus, è il fatto che là Giunta che conferma sindaco Castagnola, il quale si dimetterà poco più. di un anno dopo, il 28 febbraio 1891 riuscirà a reggersi soltanto per un anno e mezzo, tra difficoltà di ogni genere e con scarsi risultati. Nel luglio 1890 avviene un primo rinnovo parziale che non muta la mag­gioranza del Consiglio, ma nel quale si verifica un fatto nuovo, foriero di sventure per il blocco anticlericale: i democratici, delusi dall'esperienza dell'89, si staccano e presentano una propria lista, tra polemiche vivaci all'interno della sinistra. C'è infatti chi teme l'indebolimento del blocco laico, e chi teme soprattutto l'insuccesso prevedibile. Solo i candidati democratici inseriti anche nella lista liberale (Macaggi) sono eletti. Tra coloro che non godono di appoggi esterni, Burlando e Corsanego riportano poco più di 1.200 voti; gli altri restano al di sotto.28)
Nelle nuove elezioni parziali del luglio 1891 sindaco Doria la maggioranza anticlericale si incrina. Il Mercantile voce moderata del commercio e degli affari nega questa volta il proprio appoggio all'am­ministrazione. L'aveva sostenuta per amore di concordia, sperando in una buona gestione del Comune; ma le speranze sono state deluse. Giammai lo sperpero del denaro pubblico raggiunse tale grado di abuso e legge­rezza scrive, sottolineando i pesanti passivi di bilancio. E aggiunge che la sede municipale fu mutata da gran parte di questi signori in
tolici, tutti professanti la propria fede, non opportunisti, hanno ottenuto in media 3500 voti. La vittoria morale e materiale fu riportata dai così detti esercenti, ossia per dirla con la Riforma da un ibrido miscuglio di opportunisti (anche a costo di gettare l'incomoda zavorra dei principi e delle convinzioni) verso la parte più avanzata, chia­misi essa democrazia o radicalismo poco monta. Ha vinto la consorteria govemativo-massonica opportunista, cioè la più moderata, la peggiore di tutte le massonerie. Quanto agli esercenti cantino pure vittoria. Se ne accorgeranno al friggere che cosa vuol dira fare alleanza con la Massoneria. L'Eco d'Italia, 13-14 novembre 1889.
27) Tra gli avvocati definiti dal Corriere Mercantile parolai e privi di concre­tezza Carcassi, Caveri, Castagnola, Celcsia, GrafTagni, Grasso (non elòtto), Vassallo, Pizzorni, Domenico Boccardo. L'unico operaio eletto è Giorgio Massardo.
28) Su queste elezioni suppletive, vedi B. MONTALE, La Confederazione Operaia Genovese, Pisa, I960, pp. 164-165.