Rassegna storica del Risorgimento

GRABINSKI J?ZEF
anno <1993>   pagina <478>
immagine non disponibile

478 Krzysztoj Zaboklicki
festosamente dalla popolazione. Nello stesso giorno anniversario della Costituzione polacca del 3 maggio 1791, evento importantissimo nella storia della nazione il gen. Dbrowski detta dal Campidoglio un ordine del giorno in cui, tra l'altro, esorta i legionari a comportarsi in maniera esem­plare nella Città Eterna.
Purtroppo, come vedremo, non tutti gli daranno retta. Pochi giorni dopo, infatti, nel circolo ricreativo degli ufficiali polacchi in Campidoglio ha luogo un incidente assai increscioso. Vi si riunivano gli ufficiali dei vari battaglioni della Legione, tra cui quelli del battaglione comandato da Grabinski, che indossavano divise con i risvolti di colore giallo: per questo motivo il gen. Dbrowski soleva chiamarli scherzosamente i po­lenta perché la pietanza era ben nota ai legionari rimasti a lungo in Lombardia. Entra il maggiore Maciej Zabfocki, un benemerito ufficiale che tuttavia, a Milano, fu il principale accusatore di Grabinski nella contro­versia che abbiamo ricordato. Vede un capitano del reparto di Grabinski che conosce e lo saluta con de parole: Come stai, polenta! . Il cap. Hau-man risponde inviperito: Può chiamarci così il generale Dbrowski, ma non lei, maggiore, che ci offende! . Nasce un alterco. Sopraggiunge Grabinski che, memore dell'oltraggio subito, getta olio sui fuoco. L'indomani i con­tendenti duellano a Villa Borghese. Zablocki, gravemente ferito, muore la sera stessa.
L'ufficialità della Legione polacca è indignata. Per un motivo più che futile è morto un ufficiale superiore generalmente stimato; a spingere al duello il suo uccisore è stato un altro ufficiale di alto rango, Grabinski. Sepolto Zablocki con tutti gli onori militari in Campo Vaccino, davanti alla Chiesa di S. Francesca Romana (il monumento funebre erettovi sarà distrutto dalla plebe durante la breve occupazione di Roma dell'esercito napoletano poco più tardi), si puniscono i colpevoli. Il comandante in capo Dbrowski costringe forse a malincuore Hauman e Grabinski a rassegnare le dimissioni, ina, nel tempo stesso, li raccomanda a un altolocato collega francese, perché vengano ingaggiati nell'esercito in par­tenza per l'Egitto.
Ammessi come volontari al 7 reggimento ussari della divisione Desaix saranno in pratica ufficiali dello Stato maggiore divisionale essi sal­pano da Civitavecchia il 26 maggio e, dopo tre settimane, giungono in vista di Malta, Partecipano alla presa dell'isola; ai primi di luglio sbarcano nei pressi di Alessandria d'Egitto. Per raggiungere II Cairo bisogna compiere una lunga marcia nel deserto via Damanhur, dove la divisione del generale Desaix entra per prima. I nostri ufficiali visitano la cittadina, barattando tabacco e frutta con bottoni delle loro divise, poiché gli arabi non accet­tano il denaro francese e i bottoni servono loro da ornamento. Dopo diversi scontri minori con la temibile cavalleria dei mammalucchi e la famosa battaglia delle Piramidi, Bonaparte occupa II Cairo. I polacchi ammirano i monumenti dell'antichità egizia, osservano con curiosità i luoghi e la gente, ma hanno ormai fretta di tornare in Europa.
Sono dei volontari e hanno combattuto bene: saranno autorizzati a rientrare. Ottengono lusinghiere attestazioni scritte dai loro superiori fran­cesi e s'imbarcano ad Alessandria per Marsiglia. La loro nave, purtroppo, viene catturata dai turchi: derubati e malmenati finiscono in un carcere