Rassegna storica del Risorgimento
GRABINSKI J?ZEF
anno
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1993
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pagina
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Józef Grabinski
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di Costantinopoli dove Hauman muore di stenti. Grabinski, più fortunato, è rilasciato dopo vari mesi grazie all'intervento dell'ambasciatore prussiano; proveniva, infatti, da quella parte della Polonia che si era trovata sotto il dominio della Prussia e seppe trarne vantaggio. Egli trascorre qualche altro mese nella capitale turca, raccogliendo informazioni sulla situazione economica e militare dell'Impero ottomano.
Nell'estate del 1799 parte per Varsavia che raggiunge dopo un faticoso viaggio attraverso i Balcani, ma vi si ferma poco. Nel febbraio 1800 lo vediamo a Parigi, dove stende facendosi aiutare da un conoscente, perché non è molto bravo a maneggiare la penna, specie in francese una relazione sullo stato attuale della Turchia, Détails de l'Empire de la Turquie, che sarà consegnata al ministero degli Esteri francese e rimarrà l'unica sua fatica di scrittore di una certa ampiezza. Nello stesso torno di tempo incontra il Primo Console in occasione di una parata e secondo un memorialista polacco dell'epoca gli rivolge queste parole, in un francese piuttosto rudimentale: Vous en Italie, moi en Italie. Vous en Egypte, moi en Egypte. Vous Consul, moi rien . Ne risulterebbe che, avendo fatto in particolare la campagna d'Egitto, fosse convinto di aver diritto a una ricompensa. Non conosciamo la risposta di Napoleone, ma possiamo supporre che gli abbia fatto qualche promessa più o meno vaga. Intanto il mmistero della Guerra francese versa a Grabinski gli arretrati, così che la sua situazione finanziaria migliora nettamente.
Egli rimane però fuori dall'esercito polacco, al quale ora vorrebbe tornare. Non facilita il suo compito il pessimo comportamento del fratello Kajetan, tenente nei reparti rimasti in Italia, millantatore e imbroglione dedito ai giochi d'azzardo. Tuttavia l'ufficialità polacca che chiama adesso Grabinski egiziano o mammalucco , si mostra ormai disposta a riammetterlo nelle sue file. Dopo avergli fatto fare una breve quarantena come ufficiale soprannumerario, cioè senza paga, il generale Dbrowski trasferitosi nel frattempo a Parigi lo spedisce a Milano per reclutare prigionieri di guerra austriaci di nazionalità polacca, destinati a rafforzare la Legione. Grabinski ci riesce egregiamente malgrado una concorrenza spietata da parte dei reclutatori cisalpini e, rientrato a Milano il gen. Dbrowski, nell'ottobre 1800 diventa vicecomandante della la brigata della Legione, composta di tre battaglioni e appartenente alla Armée d'Italie del gen. Guillaume Brune che deve attaccare gli austriaci in Lombardia. I reparti polacchi occupano Brescia, avanzando poi verso Peschiera difesa da una forte guarnigione nemica. Nel corso dei combattimenti sotto le mura della piazzaforte Grabinski viene ferito alla testa, in modo non grave: può riprendere servizio dopo poche settimane di convalescenza. Arresasi Peschiera, il gen. Dbrowski propone al comandante in capo Brune di promuovere GrabMski ai grado di generale di brigata; il comandante francese risponde che ci penserà.
Comincia intanto l'assedio di una piazza importantissima, Mantova, che si arrenderà anch'essa nel febbraio 1801. È una grande gioia per i legionari polacchi, in larga parte ex soldati austrìaci arruolati con la forza, che ora vedono uscire dalla città sconfitti e umiliati i loro oppressori già tanto superbi*