Rassegna storica del Risorgimento

GRABINSKI J?ZEF
anno <1993>   pagina <480>
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Krzysztof Zaboklicki
Finita la campagna in Lombardia, la brigata di Grabinski entra a far parte dell'armata francese di stanza in Toscana. La comanda il generale Gioacchino Murat che riceve Grabinski a Firenze, per spedirlo subito a Livorno dove i reparti polacchi rimarranno per qualche tempo, parteci­pando tra l'altro al blocco e alla conquista dell'Isola d'Elba, rimasta fedele al granduca di Toscana Ferdinando III, deposto dai francesi.
Nell'estate 1801 i legionari di Grabinski si trovano dislocati in Roma­gna, tra Forlì, Ravenna e Pesaro. Il loro comandante fa ogni tanto dei brevi soggiorni a Milano, dove risiede Murat che egli aveva conosciuto in Egitto e che adesso è diventato potentissimo. È lui che dirigerà la riorga­nizzazione delle forze armate polacche in Italia che non si chiameranno più Legioni, ma saranno divise in tre demi-brigades sul modello dell'eser­cito repubblicano francese: complessivamente poco più di diecimila uomini. In questa occasione il gen. Dbrowski redige note informative sui suoi uffi­ciali: Grabinski, che viene definito très bon officier et excellent chef de corps , è collocato in cima alla graduatoria. Sarà quindi nominato coman­dante della la mezzabrigata di stanza a Modena, poi a Cremona e a Pavia. Deve ora trattare con il ministro della Guerra Trivulzi e con altri funzionari della neonata Repubblica Italiana; i militari polacchi hanno bisogno di tante cose, dalle divise nuove a una paga più decente. Intanto incombe su di loro una minaccia gravissima.
Nel 1802 Napoleone esige che una mezzabrigata polacca vada all'isola di Santo Domingo, nei Caraibi, per aiutare i francesi a domare una rivolta dei loro ex schiavi negri. La volontà del Primo Console è legge: Murat propone il reparto di Grabinski, definendo in quell'occasione il suo coman­dante un des meilleurs chefs que je connaisse . Nella lontana isola tro­picale imperversa la febbre gialla e i negri oppongono una resistenza accanita. I militari polacchi, che sognano un ritorno vittorioso in patria, non hanno nessun desiderio di essere coinvolti in una guerra che non è assolutamente la loro. Grabinski protesta vigorosamente presso Murat che gli dà ragione. Invece della prima, partirà ia seconda mezzabrigata la quale, sia detto tra parentesi, sarà quasi completamente distrutta du­rante i combattimenti nell'isola. Grabinski e i suoi uomini l'hanno scam­pata bella.
Solo per il momento, però. Il destino che li aspetta è solo poco meno crudele, anche se i guai non cominceranno subito. Nella primavera del 1803 Napoleone decide di occupare parzialmente il Regno delle Due Sicilie, e in particolare, la sua costa adriatica, per premunirsi contro gli eventuali sbarchi di forze inglesi o russe. Un esercito agli ordini del generale Gouvion de Saint-Cyr, ma sotto l'alto comando di Murat, viene spedito in Puglia; nelle sue file c'è anche il reparto di Grabinski. I polacchi vengono dislocati tra Bari, Molfetta e Matera, poi tra Lecce, Otranto e Brindisi. Nel maggio 1805, per festeggiare l'incoronazione di Napoleone, ormai imperatore dei francesi, a re d'Italia, la guarnigione polacca di Monopoli, comandata da Grabinski, sfila per le strade della cittadina, esaltando il nuovo monarca. Il comandante pronuncia un discorso di circostanza; la sera, nella sua residenza, si svolge un ricevimento, mentre in piazza suona la banda militare e i soldati ballano con le fanciulle del luogo. Questo si desume