Rassegna storica del Risorgimento

GRABINSKI J?ZEF
anno <1993>   pagina <482>
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482 Krzysztof Zaboklicki
camenti francesi o polacchi, mietendo molte vite. Chi si arrende, è spac­ciato: i guerriglieri lo uccidono, spesso tra mille tormenti, come quei malcapitati fanti polacchi a Strongoli, vicino Crotone, arrostiti vivi in piazzai Gli occupanti si vendicano compiendo rappresaglie su vasta scala, fucilando in massa i briganti catturati, bruciando interi paesi. La spirale dell'odio cresce e la situazione si fa sempre più esplosiva.
Grabinski, tuttavia, dotato di uno spirito di adattamento poco comune, se la passa abbastanza bene. È nelle grazie del generale Reynier che ap­prezza, a quanto pare, soprattutto la sua ubbidienza e la sua disponibilità. Convive con una bella ragazza di nome Ludovica Calegari che aveva cono­sciuto a Bologna in una casa chiusa, sembra e che ora è la sua compagna fissa. Così riferisce Paul Louis Courier, militare francese diven­tato poi noto scrittore, che ha cercato, ma senza successo, di corteggiare la fanciulla nell'alloggio di Grabinski a Palmi, dove i polacchi sono di stanza nel maggio 1806. Poco più tardi il reggimento viene diviso in piccoli reparti dislocati tra Tropea, Monteleone (oggi Vibo Valentia) e Maida. Gli uomini di Grabinski partecipano quindi alla disastrosa battaglia del 4 luglio 1806 vicino a quest'ultima località nella malsana pianura di Sant'Eufemia, in cui gli inglesi, giunti via mare dalla Sicilia, sconfiggono l'esercito di Reynier, costringendolo a una vergognosa ritirata.
Poco chiaro è, in quel frangente, il comportamento del colonnello. Subito dopo lo sbarco inglese, Grabinski si mette in marcia con tre com­pagnie di fanti raccolte frettolosamente nella zona, per impegnare le avan­guardie nemiche fino all'arrivo dei francesi. Respinto con gravi perdite, ordina ai subalterni di unirsi al grosso dell'esercito e sparisce. Dov'è andato? Siamo nella sfera delle ipotesi. Sembra che, resosi conto della gravità della situazione, abbia raggiunto Monteleone per mettere in salvo la cassa e gli archivi del reggimento; oppure come suggerirà più tardi uno dei suoi commilitoni per salvare gli averi propri, e per proteggere la bella Ludovica. Sta di fatto che, riemerso dopo la battaglia, non viene punito da Reynier per aver abbandonato il campo; vuol dire che, in qualche ma­niera, è riuscito a giustificare il suo operato. Ricordiamo però che era benvoluto dal generale francese; forse Reynier ha deciso di chiudere gli occhi? Comunque sia, la cassa e gli archivi del reggimento sono stati salvati, e si è salvata anche l'amica del colonnello; quanto ai suoi denari, non si sa nulla di certo.
Alla battaglia di Maida i polacchi, che peraltro non avevano com­battuto bene forse perché scoraggiati dalla fuga dei francesi hanno perso varie centinaia di uomini tra morti, feriti e prigionieri. Nel corso della loro ritirata verso Crotone, le truppe francesi e polacche, attaccate in continuazione dai guerriglieri subiscono ulteriori perdite. La lunga marcia di Reynier finisce nella zona di Cassano-Castrovillari, dove il suo esercito, o piuttosto ciò che ne rimane, si unisce alle truppe del maresciallo Masséna sopraggiunte da Napoli per reprimere l'insurrezione calabrese. I polacchi prendono parte alle operazioni contro gli insorti. Grabinski, nelle sue lettere,
5) Cfr. J. PACHONSKI, Legiony poi side, cit., IV, p. 524,