Rassegna storica del Risorgimento
GRABINSKI J?ZEF
anno
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1993
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pagina
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484 Krzysztof Zaboklicki
dimissioni, molto probabilmente perché costretto a farlo.6) Formalmente riceve dall'imperatore una licenza non remunerata a tempo illimitato, per poter andare nei suoi possedimenti in Polonia o in Italia; ma la fretta con cui il ministero della Guerra francese gli versa <!a liquidazione, dimostra chiaramente che Napoleone intende levarselo d'attorno. A soli 37 anni, di cui 17 passati sotto le armi quasi sempre a combattere, il nostro generale sembra aver terminato la sua carriera militare. Comunque egli può rallegrarsi di non dover andare in Spagna, dove si troverebbe ancora peggio che in Calabria.
Dimesso, o dimessosi dall'esercito francese in circostanze non del tutto chiare, Grabinski potrebbe tornare in Patria, cioè nel Ducato di Varsavia; ma non lo fa, assai verosimilmente anche perché teme di esservi malvisto, specie negli ambienti militari. Sembra -del resto che fin dal 1805, avendo chiesto e ottenuto la nazionalità italiana, egli abbia deciso di stabilirsi appena possibile in Italia, nella proprietà appena acquistata a una trentina di chilometri da Bologna e a pochi dalla località Molinella: San Martino in Argine, oltre cento ettari di terreno lasciati prima in affitto, e adesso, dopo il ritorno dalla Francia, amministrati personalmente, ma non senza l'assistenza di qualche esperto. È una bella tenuta coltivata a grano, a vigna e a prato, con buona quantità di bestiame, che può assicurare al proprietario una esistenza abbastanza agiata.
Siamo nel 1809. Il Regno d'Italia è in stato di guerra con l'Austria, le truppe combattono lontano dall'Emilia-Romagna dove si moltiplicano invece le bande di disertori che cominciano a dettar legge alla popolazione terrorizzata. Le autorità non sanno più come proteggerla. In tali frangenti il generale Luigi Peyri, comandante militare dei dipartimenti emiliano-roniagnoli, e il ministero della Guerra del Regno si rivolgono a Grabinski che Peyri conosce bene, essendo stato per un certo tempo suo superiore diretto nel Veneto e in Calabria; gli si chiede di organizzare una forza armata capace di far fronte alle bande.
H generale in congedo acconsente, anche per difendere la sua proprietà, minacciata come tutte le altre. Raccoglie rapidamente, all'inizio dell'estate, un reparto di circa 400 uomini tra fanti e dragoni appiedati francesi, guardie mobili dipartimentali e guardie nazionali bolognesi; solo un terzo sono militari di mestiere, mentre gli altri guardie mobili e nazionali sono dei borghesi male armati e peggio addestrati. Ciononostante questo corpo di volontari, comandato da Grabinski, il 7 luglio 1809 riesce non solo a respingere i briganti che intendono nientemeno! saccheggiare la città di Bologna, ma li insegue sulla strada di Ferrara e
6) Secondo R. LEWANSKI, // generate Orahirìskì..., cit., p. 40, Grabinski ruppe con Napoleone 1 e chiese il congedo in conseguenza del disegno imperiale d'inviare i legionari polacchi per soffocare i moti rivoluzionari spagnoli . Nulla sembra convalidare tale ipotesi, alla quale Pachoriskii non accenna neanche (cfr. J. PAGHONSICI, Józef Grabinski..., cit., pp. 219*227). Del resto Grabinski, partendo dalla Germania per Bayonne alla testa delle sue truppe, sapeva benissimo che esse andavano a combattere in Spagna: se fosse stato contrario a tale progetto di Napoleone, vi si sarebbe opposto subito (cfr. M p. 220).