Rassegna storica del Risorgimento
GRABINSKI J?ZEF
anno
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1993
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Krzysztof Zaboklicki
suo esser polacco e alla sua età: [...] Soldati! Questo chieder la battaglia, questo fremer dell'aspettarla, è italiano, si, è degno di soldati italiani, è il corraggio. Ma credete a me. V'ha un altro corraggio più grande, più difficile, più imponente. Il coraggio di ubbidir ciecamente, il coraggio di confidare nel Governo, il coraggio insomma della subordinazione. Io non mi lagno di voi, o Soldati, io vo superbo di comandarvi Son vecchio, ed insegno a voi che siete giovani. Vi dirò di più: Son vecchio; son tranquillo per ora; ma se il momento arrivi che si abbia a combattere anche contro una forza infinitamente maggiore, son vecchio, ma son polacco, e vi chiamerò ad una guerra di disperazione .12)
Intanto, nell'imminenza dello scontro decisivo con gli austriaci, il 15 marzo il governo delle Provincie Unite nomina il generale Carlo Zucchi comandante supremo delle forze armate, incarico per il quale, in linea di massima, era previsto Grabinski. Il nostro generale, per nulla contrariato, continua a svolgere il compito affidatogli dal ministro Armandi: la costa adriatica deve restare in mano agli insorti che sperano in uno sbarco francese.
Zucchi concentra le sue truppe a Rimini, preparandosi alla difesa. Nella notte dal 24 al 25 marzo vi convergono anche i vari reparti comandati da Grabinski. Gli austriaci hanno ormai occupato Bologna e ristabilitovi il potere pontificio, il governo delle Provincie Unite è riparato ad Ancona. Le truppe austriache si avvicinano a Rimini la mattina del 25, attaccando per prima l'ala sinistra dello schieramento difensivo italiano, rivolta verso Cesena e comandata dal generale Giampaolo Ollini che oppone una forte resistenza. L'intrepido generale Grabinski polacco13) comanda l'ala destra universitari bolognesi, un battaglione di linea, volontari ravennati, guardie nazionali di Rimini, due cannoni rivolta verso Ravenna; i suoi reparti impediscono una manovra di accerchiamento tentata dal nemico.
Lo scontro alle porte di Rimini, durante il quale gli austriaci subiscono consistenti perdite, è certamente un successo degli insorti. Ciononostante, vista la situazione generale, Zucchi ordina lo sgombro della città e i reparti italiani cominciano a ritirarsi verso Ancona che intendono difendere fino all'ultimo sangue. Intanto il governo insurrezionale vi capitola il 26 marzo, ordinando a Zucchi di cessare le ostilità. L'esercito si scioglie. Una parte di esso raggiunge tuttavia Ancona, dove stanno aspettando alcune navi pronte a imbarcare i più compromessi, che non si fidano dell'amnistia pontificia; Grabinski, evidentemente, è del numero. Salpa per Corfù nella notte dal 28 al 29 marzo a bordo di una nave greca, in compagnia del ministro Armandi e del generale Ollini fra gli altri. Non si ferma nell'isola, però, pur avendovi, come ricordiamo, un
12) Cito secondo R. LEWANSKI, cit., p. 49; cfr. J. PACHONSKI, cit., pp. 263-264, ove il testo è tradotto in polacco,
13) Così L.C. FARINI, descrìve la battaglia di Rimini, in Lo Stato romano dal-l'anno 1815 al 1850, Roma, ristampa Presidenza Consiglio dei Ministri, s.d., [1992], p. 29.