Rassegna storica del Risorgimento
GENOVA PORTO 1901-1910; MURIALDI LUIGI
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1993
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Giuseppe Barbatace
operatori di borsa italiani e sulla inadeguatezza della legislazione che regolava -l'attività borsistica e le procedure con cui si potevano lanciare, sul mercato, nuovi titoli . A Genova aveva assunto dimensioni più rilevanti che altrove l'abitudine di un gruppo di industriali-speculatori di far dare dalle banche, alle loro imprese, capitali che non venivano poi destinati ad operazioni commerciali, ma alla speculazione di borsa .3> L'acrobatico andamento borsistico genovese del 1905-1906, coinvolge la locale filiale della Banca d'Italia, Eridania (zuccheri) ed Itala (automobili).
La preminenza della borsa genovese è confermata, nel triennio 1900* 1902, dal movimento delle stanze di compensazione . Pochi anni dopo, ottobre 1907, i consoli francesi in Italia eseguono, per conto del loro governo, un'indagine riservata sui mercati finanziari della Penisola: anche in tale occasione, viene rilevata la supremazia della borsa genovese.4) Già dopo il 1870 Genova si colloca come mercato azionario di società d'importanza nazionaile.
La crisi di liquidità monetaria del 1907 dovrebbe, tra l'altro, servire a porre una difesa contro i giocolieri della finanza, strumenti dei veri e propri industriali che li usavano per la loro politica di gruppo e di settore .S) Sulla questione delle borse richiama l'attenzione Nuova Antologia'.
Il problema della riforma delle borse, esaminato nella sua essenza, non ha altro scopo se non quello di dare stabilità al mercato e di impedire il troppo frequente succedersi delle crisi [...]. Si può affermare, in massima, che gli abusi della speculazione si verificano tutte le volte che i prezzi differiscono troppo dal valore intrinseco dei titoli quotati in borsa [...]. Tre cause tendono a falsare il prezzo di un titolo: gli abusi e le manovre di speculazione, l'arbitrario allargamento o restringimento dei riporti, il grado di fiducia o di sfiducia non rispondenti alla situazione reale [...]. I rimedi legali non possono essere che indiretti e concernono più che altro la repressione delle frodi. Qualunque altra limitazione che tendesse a menomare la libertà di contrattazione sarebbe frustranea e dannosa [...]. Altro guaio molto grosso che affligge i titoli, appena essi vedono la luce, è quello della manipolazione cui vanno soggetti pei* opera degli enti emittenti, i quali vogliono essere loro, come si suol dire, un mercato [...]. C'è un vizio d'origine dei prezzi di molti valori che sono andati a correre per mercati prima d'aver imparato a carnminare [...]. Le riforme suggerite sembrano molte, ciò si deve al fatto che molte sono le deficienze del nostro sistema finanziario [...]. Un illuminato spirito di libertà deve ispirare qualunque riforma
3) Cfr. F. BONBLLI, la crisi del 1907, Torino, Fondazione L. Einaudi, 1971, pp. 61-62.
4) cfr. M. DA Pozzo -G. FELLONI, La borsa valori di Genova nel secolo XIX, Torino, 1LTE, 1964, pp. 71-73 (collana Archivio economico dell'unificazione italiana , serie II, voi. X).
Si Gfe G. DORIA, op. cit, pp. 205-206.