Rassegna storica del Risorgimento

GENOVA PORTO 1901-1910; MURIALDI LUIGI
anno <1993>   pagina <508>
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Giuseppe Barbalace
Murialdi ha dinnanzi molteplici ostacoli: a) le grandi famiglie della borghesia genovese che, con miopia, quasi avessero dimenticato di osare oltre i confini dell'astrolabio, poco sembrano curarsi di quanto avviene a Rotterdam o ad Anversa; b) i proprietari di chiatte più immobili delle polene e i caravana , facchini titolati da contrapporre ai facchini senza blasone, sono personaggi fuori tempo: non tollerano al pari di non poche grandi famiglie della borghesia genovese novità fastidiose e, tenacemente, uncinano il gran pavese di ricordi da Ancien Regime, negando presente e futuro ad un'intera città; e) il pragmatismo e lo spirito d'intrapresa di Murialdi (più vicino lui al famoso ban­chiere Datini che i commercianti della Lanterna) deve fare i conti con la retorica dell'operaio genovese (impersonata da Pietro Chiesa) e an­che tale atteggiamento contribuisce a relegare Murialdi una volta uscito dal Psi nel riformismo ignoto ad opera degli stessi rifor­misti genovesi; d) labile collegamento all'interno dei blocchi popo­lari tra piccola borghesia e cintura siderurgica e meccanica di Se­stri Ponente e Sampierdarena obliando che i ceti medi non intendono perder l'anima (così Meuccio Ruini) per livellarsi su dogmatiche, gene­ralizzate e presunte proletarizzazioni crescenti . C'è chi confonde Le anime morte (romanzo-poema scritto fra il 1836 e il 1842) di Nikolaj V. Gogol' con l'Italia, ove, al più, l'unico aspetto in comune è qualche pro­prietario terriero portatore del nulla. I ceti medi dell'età giolittiana28) sono disponibili a politiche di progresso e riforme: senza, però, annul­lamenti della propria identità.
La cultura di governo di Murialdi è lontana dalla serrata degli agrari della Bassa Padania come pure dalla psicologia dello sciopero, la guerra per la guerra (che, ovviamente, vale come motto d'ordine scrive Francesco decotti su Nuova Antologia per entrambi le parti belligeranti). Forse anche perché le banchine della Lanterna proiettano una ben diversa realtà rispetto al podere, alla casa colonica con la siepe di ricordi e gelosie . Nella atmosfera dello sciopero agrario ac­quista un significato maggiormente irriverente rarrivo del memoriale. Il pezzo di carta del concordato assume per i proprietari va­lore di sfida, quasi un'ingiunzione giudiziaria. La lega, nell'ebbrezza col­lettiva, assurge a personalità onnipotente. Il lungo vento caldo delle campagne parmensi, primavera-estate 1908, irrompe nei comuni di Noceto, Felino e Colorno: in discussione l'interpretazione del concordato, stipu­lato l'anno precedente, in merito all'orario dei contadini addetti al be­stiame da stalla. Il Lavoro di Genova, con l'inizio del maggio 1908, dedica le prime pagine, con ampio risalto, alla nuova Israele (usando la defi­nizione di Luigi Campolonghi).
Certo non alberga, nel Consiglio superiore del lavoro, la tecnica del
23) Cfr. G. BARBALACE, Momenti dell'età giolittiana a Roma 1900-1910, in Annali Istituto V, La Malia, 1990-91, voi. VI, pp. 91-128.