Rassegna storica del Risorgimento

GENOVA PORTO 1901-1910; MURIALDI LUIGI
anno <1993>   pagina <513>
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Il porto di Genova in età giolittiana 513
di Parma e a Borgo San Donnino e con Camillo Prampolini a Reggio Emilia ove ricopre la carica dì presidente della Cassa di Risparmio) della cultura di governo del socialismo riformista in età giolittiana.
Giovanni Lerda e Costantino Lazzari non concedono tregua a Mu­rialdi. Probabilmente, proprio partendo da Murialdi e Bertesi, in due differenti realtà regionali, ma espressione di un unico disegno riformista di governo dell'economia, si possono intravedere alcune premesse che por­teranno alla nascita, nel 1912, presso l'albergo Scudo di Francia di Reggio Emilia, del Partito socialista riformista italiano: Bissolati, Bonomi, Cabrini, Podrecca, Badaloni, Berenini, Bertesi, Giuseppe Canepa, De Felice, Nofri, Milana, Dello Sbarba, Zerboglio. Tra i propugnatori dell'espulsione del 1912 brillano riformisti di sinistra come Modigliani. La successiva circolare di Costantino Lazzari, il decreto di Costantino, intima agli iscritti socialisti dei rispettivi collegi elettorali il ritiro del mandato ai deputati del neonato Partito socialista riformista (ai lavori congressuali di Reggio Emilia non partecipa Prampolini).
Intanto, su un altro fronte, per i nuovi catecumeni della soffitta ? intenti a baloccarsi con le nostalgie del passato, difficilmente digeribili (proprio per una diversa cultura ) risultano le affermazioni di Giovanni Montemartini al primo congresso nazionale dei consiglieri comunali e pro­vinciali socialisti (Firenze, 8-10 settembre 1910): bisogna convincere la classe operaia soprattutto della opportunità, in determinate circostanze, di far sciopero nelle aziende municipalizzate [...]. Il mezzo migliore sia quello di rendere consapevoli non solo dell'interesse generale che si ag­gira intorno alle aziende municipalizzate, ma anche degli interessi parti­colari e tecnici dell'azienda alla quale essi partecipano come lavoratori [...]. Proporrei un comma che mi sembra abbastanza pratico e riporta ad un espediente adottato anche dall'industria privata là dove gli industriali privati hanno capito come questo senso della consapevolezza delle condi­zioni dell'industria sia il maggiore freno, per la classe operaia, a non scioperare. Voglio parlare della partecipazione dei lavoratori delle aziende municipalizzate all'amministrazione dell'azienda stessa . Nella risposta Monte-martini replica: Da uomo pratico, quale mi vanto di essere, non farò discussioni. Tutti hanno accettato il mio o.d.g., tutti lo votano e, quindi, potrei anche andarmene tranquillamente sebbene sia stato dichiarato borghese. E, con ironia, Montemartini prosegue: Ma voi siete tutti socialisti iscritti e tesserati e lo votate. Come va? . Il teorema di Monte-martini, sempre dimostrabile, è uno solo: prima di municipalizzare dob­biamo vedere se è cosa buona da farsi e non bisogna municipalizzare a tutti i costi e ad occhi chiusi [...]. È doveroso iscrivere la municipaliz­zazione quando i tecnici competenti hanno detto: sì, qui, abbiamo la
36) Dalla primavera 1911 all'estate 1912, con la direzione di Giovanni Lerda e Costantino Lazzari, esce La soffittat giornale della frazione rivoluzionaria intransigente del Psi.