Rassegna storica del Risorgimento
GENOVA PORTO 1901-1910; MURIALDI LUIGI
anno
<
1993
>
pagina
<
523
>
Il porto di Genova in età giolittiana 523
Malgrado le periodiche pubblicazioni del governativo Ufficio del lavoro e i pubblici atti del Consiglio superiore del lavoro, in periferia giungono sfumate proiezioni della straordinaria acquisizione teorica e pratica con respiro internazionale di Giovanni Montemartini. Talvolta, gli stessi esponenti socialisti riformisti (così anche Giuseppe Canepa) non valorizzano in pieno la funzione di esperti come Murialdi o Mario Abbiate: quest'ultimo è vice-presidente del Consiglio superiore del lavoro, deputato per il collegio di Vercelli alle politiche generali del 1909, laureato in legge, amministratore di industrie meccaniche e tessili, siede alla Camera nel gruppo radicale, ma è uno dei più stimati tecnici di area radical-socialista, consulente di Turati e, con la nascita del ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, R.D. m. 700 del 3 giugno 1920, primo titolare del nuovo dicastero. D'altro canto, verso l'Alleanza cooperativa ligure Avanti!, permane una visione demoniaca del profitto e della grande impresa.
La Confederazione generale del lavoro organismo sindacale a dirigenza socialista riformista non va più in là del biasimo quando affronta i nuovi metodi di remunerazione del lavoro (il salario a premio , in Germania, teorizzato dal Frank, e il sistema assai raffinato di cottimo a saggio 'differenziale di premio del nord-americano F.W. Taylor). Per la Confederazione è sfruttamento della forza-lavoro fino all'estremo limite (cfr. il settimanale La Confederazione del lavoro, Torino, 2 maggio 1908, n. 71, e 6 giugno 1908, n. 76). Con la fase più matura dell'età giolittiana l'Italia è inserita nel circuito dei monopoli e dei trust: ovvero, senza tentazioni demoniache , l'economia imperialista .
Può l'Alleanza cooperativa ligure Avanti! in un grande scalo marittimo sempre più pressato dalla concorrenza internazionale -restar fuori dai tempi e dalle modalità dell' impresa moderna ? I padroni non rimangono fermi alla Coketown di Charles Dickens. La crisi economica del 1907 non lascia spazio a contemplazioni estetiche. Pochi varchi possono sperare le possibilità sociali del sentimento cavalleresco in economia (così si esprime il prof. Alfred Marshall quando, nel marzo 1907, pubblica l'omonimo saggio per l'Economie Journal). Marshall persegue un disegno utopico: vorrebbe uomini cavallereschi nel produrre e consumare ricchezza. Produrre cavallerescamente significa usare i beni economici più per sormontare ostacoli che per il bisogno esclusivo di profitti. Significa (sempre il pensiero di Marshall riassunto dal Giornale degli economisti, giugno 1907) raggiungere il fine con nobili mezzi senza opprimere i dipendenti, senza abbattere i competitori, senza ingannare il pubblico.45' L'illuminista inglese Bernard de Mandeville, medico, vissuto tra il 1670 e il 1733, con la metafora L'alveare d'oro, respinge l'ottimismo di quanti continuano a credere che la nuda virtù faccia vivere le nazioni nello splendore. Accompagna L'alveare d'oro un beffardo sottotitolo: vizi privati e pubblici profitti.
49 Per un commento al saggio di A. Marshall cfr. Giornale degli economisti, luglio 1907, pp. 637-640 (rubrica Rassegna del movimento sclentifico-economico , a cura di U. Ricci).