Rassegna storica del Risorgimento
GENOVA PORTO 1901-1910; MURIALDI LUIGI
anno
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1993
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pagina
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524
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524 Giuseppe Barbalace
Dopo anni di martellante campagna contro l' organizzazione murial-dina nel porto di Genova che vede, insieme. Giornale d'Italia e Lotta socialista e, purtroppo, anche YAvanti! giunge alle estreme conseguenze il caso Murialdi .
Il pretesto è la stipula del contratto tra Itala, società automobilistica di Torino, e Federazione nazionale operai metallurgici (rappresentata da Ernesto Verzi, segretario nazionale, e Giuseppe Scotti). H concordato, durata un triennio, in vigore dal 3 dicembre 1906, ha come consulente per unanime decisione delle parti Murialdi. L' Itala assegna un onorario di lire diecimila a Murialdi.
In una lettera a II Lavoro di Genova, in data 18 novembre 1907, Murialdi fornisce le seguenti spiegazioni: 1) L'operazione avvenne in un centro lontano dalle di lui normali occupazioni. 2) Egli, allora, da molto tempo, non aveva più cariche nell'organizzazione di resistenza. 3) Non aveva cariche politiche. 4) Non rappresentava gli operai: gli interessi di quest'ultimi erano a sufficienza tutelati. 5) Per condurre a termine il contratto, dovette sostenere molte spese e lavorarvi per sei mesi. 6) Della retribuzione si ebbe notizia da lui stesso. 7) Il contratto fu di tal valore ohe diventò il contratto tipo . Talmente vero che gli atti del Consiglio superiore del lavoro, giugno 1907, sessione IX, lo riportano (insieme a quello dei lavoratori del carbone nel porto di Genova e a quello tra Bor-salìno e Federazione italiana lavoratori cappellai, sezione di Alessandria.
Queste dichiarazioni di Murialdi, riprese dall'Avana/, 20 novembre 1907, prima pagina, sono riassunte con il titolo Gino Murialdi abbandona l'organizzazione operaia. Semplicistiche conclusioni. Per nulla rispecchiano il punto centrale del problema. Dopo un lungo articolo di tal Rodolfo Savelli, il commento finale dell'organo nazionale socialista: Se siamo dolenti che un uomo della capacità di Murialdi esca dalle file socialiste, sdamo però confortati da questo fatto di una eloquenza solenne. Esso dice che nel partito socialista e nelle organizzazioni operaie c'è una legge 'morale superiore a cui tutti piccoli e grandi debbono inchinarsi. Gli organizzatori, chiunque essi siano, operai o intellettuali, che abbassano il dover loro ad una specie di mediazione d'affari fruttante lucri perso-natii, non possono più rimanere nelle file dell'organizzazione nostra. Quegli organizzatori che accettano una remunerazione da una Ditta sia pure essi la giustifichino come compenso alle spese di viaggio o di studio non sono più compatibili con l'austerità della nostra morale. La nostra forza consiste, principalmente, in questo superiore concetto morale di una delicatezza non comune in politica al quale è giuocoforza sacrificare qualsiasi persona e qualsiasi cosa che lo contrastino o ilo infirmino. E noi vogliamo mantenere intatta questa forza ohe è la ragione del nostro progredire (nota dèli'Avanti! non firmata).
Il 15 dicembre 1920, il vice-presidente della Camera dei Deputati, Be-renini, comunica:
Onorevoli colleghi, una tristissima notizia è giunta, inattesa, ieri mattina 14 dicembre, alla nostra Presidenza. A Picdimonte d'Ali fé (Caserta), dove si era recato a trovare una sua figliola, si è spento il nostro collega onorevole Luigi Murialdi, che da due legislature dava tutta la sua fervida attività alla nostra