Rassegna storica del Risorgimento

GENOVA PORTO 1901-1910; MURIALDI LUIGI
anno <1993>   pagina <528>
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528 i . Giuseppe Barbalace
rialdi fa pai-te del Consiglio superiore del lavoro. Murialdi viene cas­sato anche dalle pagine dedicate alla fondazione de II Lavoro e al con­tratto dei dodici mesi.
Per rintracciare clamori analoghi al caso Murialdi , bisogna atten­dere il 1913. Ancora Genova: l'atipica militanza di Giuseppe Giulietti, nel Psi (entra in contatto con i circoli socialisti antimilitaristi genovesi de La pace mentre -presta servizio di leva in Liguria) e nella Confederazione generale del lavoro, comporta accuse d'aver trasformato la Federazione italiana lavoratori del mare in una personale agenzia d'affari . Critiche riprese al termine del 1913 quando, in accordo con la CdL di Genova e Sampierdarena, Giulietti fonda la Banca Ligure per il finanziamento delle cooperative della gente di mare, suscitando lo sdegno di Costantino Laz­zari che definisce il fin troppo disinvolto operare di Giulietti affarismo economico e politico . Nel 1918, Giulietti dà vita alla cooperativa Gari­baldi e, poi, sbanda verso II Popolo d'Italia e l'avventura di Fiume.
Il movimento operaio, nelle zone libere del porto (escludendo sta­bilimenti privati e pubblici quali sylos granari, docks oli lubrificanti e petrolio, magazzini ferroviari al Molo Vecchio, dogana, darsena principale e deposito-franco), ha una dislocazione frastagliata: facchini di carbone al Passo Nuovo, Ponte Caracciolo, Biagio Assereto, Calata Boccardo e Grazie; ammanti (caricatori e scaricatori di carbone addetti a solle­vare d cuffini ceste di vimini da cinquanta kg. riempiti dagli zappatori) al Passo Nuovo, Ponte Caracciolo e Assereto; pesatori e rice­vitori di carbone al Passo Nuovo e a Ponte Caracciolo; facchini da le­gname a Ponte Caracciolo, Colombo e Parodi; imballatori a Ponte Co­lombo, Calata San Lazzaro, Ponte A. Doria, Calata Zingari, Ponte Parodi, Calata Darsena, Ponte Morosini, Calvi, Spinola, G. Embriaco, Calata Cat­taneo; misuratori di carbone alla Calata Boccardo; metallurgici alla Calata Sud Molo Vecchio e Calata Grazie; pesatori e ricevitori merci varie un po' ovunque. I facchini di I, II e III zona sono dispensi dal Ponte Co­lombo al Mandraccio. Questi i luoghi fisici della memoria collettiva, della chiamata giornaliera, delle specializzazioni delle calate, della divisione del lavoro per consuetudine e -pratica.
Il 1908 avvia scrive il Consorzio autonomo del porto di Genova nella sua esposizione statistica (pubblicazione iniziata nel 1905) una prima fase: scarsa di nuove iniziative, una quiete operosa, in mezzo alla debolezza economica generale, portata dalla grande crisi ben nota (quella del 1907, n.dr.), non trascorsa invano e non segna affatto una data infausta per il porto; un periodo di (raccoglimento opportunamente sfrut­tato per da completa esplicazione ed utilizzazione del lavoro precedente .
Nel 1908 sufficienti ragioni giustificano la diminuzione nei riguardi del lavoro ai carboni con il sempre più largo impiego (toni ottimistici rispetto alla già citata Nuova Antologia del 1 giugno 1908, n.d.r.) degli elevatori elettrici al Ponte B. Assereto e danno spiegazioni delle differenze nel lavoro alle merci varie: aumento delle importazioni di cereali e cotoni e diminuzione delle esportazioni in genere. La maggiore debolezza del movimento commerciale si è risentita, e doveva precisamente risentirsi, in quelle zone dove è accentrato il traffico più ricco del nostro porto, il