Rassegna storica del Risorgimento

GENOVA PORTO 1901-1910; MURIALDI LUIGI
anno <1993>   pagina <534>
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Giuseppe Barbalace
Quanto alla domanda se la cooperativa sìa strumento di lotta di classe:
Noi rispondiamo che non sappiamo come, se e quando, avverrà il rove­sciamento del regime capitalistico. A noi è sufficiente sollevare i lavoratori e indirizzarli sulla via della redenzione; la storia dirà quale sarà stato lo stru­mento che avrà abbattuto il capitalismo. Dire, oggi, che si deve addestrare dei bimbi alla fionda perché diventino Balilla, è puerile; discutere intorno allo stru­mento rovesciatore sarebbe generare quel marasma che paralizza l'azione che noi amiamo più ancora della discussione. La cooperativa, socialista o no, è una società commerciale, cioè ha per oggetto la speculazione. Se la cooperativa è socialista deve badare che una parte dell'utile, cioè della speculazione, vada a beneficio di chi Compra col pagare minimi prezzi e, quindi, abbia la specula­zione del minor costo. Indi, deve rivolgere l'utile a quelle istituzioni necessarie ed idonee ad elevare il proletariato. Così non si acuisce, né diminuisce, un feno­meno sociale quale è la lotta di classe, ma si tenta di dare ai lavoratori, nel modo più conveniente, tutti quei maggiori benefici che la società consente. La cooperativa è un mezzo di nutrizione materiale e morale.
Era Nuova (L'Azione Socialista), dopo aver ribadito che il movi­mento cooperativo, a Genova, è innestato sul movimento socialista , ritiene fondato il timore che il guadagno, l'interesse immediato, possa danneggiare lo spirito di solidarietà, ma con una precisazione:
Gli operai sono, in massima, ignoranti ed amano più il centesimo di ri­sparmio, oggi, che la beatitudine domani specialmente se genovesi. Ma per questo? Il timore che il bambino cada a terra deve trattenere gli altri dall'indurlo a cam­minare? La massa operaia è conservatrice; per mille ragioni diffida del nuovo. Questa tendenza bisogna vincere, quotidianamente, chiamandola alla soluzione di nuove azioni. A Genova e a Sampierdarena si può affermare che, un po' per utilità dei borghesi, un po' per l'attività eccezionale dei dirigenti, gli operai nelle loro organizzazioni sono chiamati, ogni giorno, a meditare su fatti nuovi. La cooperativa integra il movimento socialista, anzi lo facilita. Quasi tutti gli operai delle organizzazioni proletarie fanno parte della cooperativa e questa vive di quelli. Se questo incrocio di interessi si è stabilito è evidente che, qui, nel proletariato, si è sviluppato un movimento nel quale cooperativa e lega sono termini complementari, non già contrari. Perché, dunque, muover censura ai compagni che hanno lavorato? .
E, si, par di sognare a leggere la prosa dei due Minosse, Guarino e Mocchi. Da che mando provengono? Non ricordano che il proletariato ligure, dal 1900 in poi, ha dato l'esempio di maggiore solidarietà?. L'obiettivo dei sindacalisti-rivoluzionari è lo sciopero per diletto . Era Nuova (L'Azione Socialista) giunge all'estrema chiarezza: Non vale la opera, occorre censurare chi opera. Questa la consegna. Certo, se inten­dete fare scioperi per diletto, il proletariato organizzato di Genova non si muove. Per un gesto, bello o brutto, non intende il lavoratore genovese buttare tutte le conquiste, fatte a prezzo di sangue e lotte, di cui non conoscete, o grandi censori, né la profondità, né la grandezza (medesime espressioni userà Modigliani, volgendosi ad Arturo Labriola, durante il