Rassegna storica del Risorgimento
GENOVA PORTO 1901-1910; MURIALDI LUIGI
anno
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1993
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pagina
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538
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Giuseppe Barbalace
Esso ha pure necessità di concorso e aiuto da privati, siano o non siano socialisti o repubblicani, che abbiano, però, oltre al denaro da impiegare nell'Istituto, anche della stima nel mondo bancario onde, col loro nome, accreditare il nuovo Istituto ed aprirgli i portelli delle altre banche per lo sconto e per altre operazioni finanziarie che valgano ad aumentarne la potenzialità. Se tutto il denaro si potesse trovare nelle associazioni, pure sarebbe conveniente chiamare qualcuno di questi uomini che, nella finanza, hanno un nome come capitalisti, perché riuscirebbe sommamente difficile trattare nel mondo degli affari senza un nucleo di persone che possano interporsi tra proletariato e capitalisti. È il mondo bancario che vuole i suoi uomini. Noi non ne abbiamo. Bisogna cercarli e prenderli dove si trovano e chiamarsi contenti se riusciremo a trovarli. L'utilità della banca ormai non è più discutibile [...]. Ora non si tratta che dar vita giuridica e lanciare l'Istituto nel mondo bancario con quella forma, cautele e persone che le leggi, gli usi, le consuetudini, la piazza, impongono. Se le banche avessero fatto sconto alle cooperative, se esse avessero dato un qualche sussidio in momenti critici alle associazioni, la necessità dell'Istituto forse non sarebbe apparsa così impellente come si mostrò per l'ostinata e continua guerra dalla piazza di Genova contro tutto ciò che sapeva di organizzazione proletaria. Ma l'Istituto non si fermerà certamente al maneggio e all'impiego del denaro nell'interesse della collettività. Esso dovrà pure dare soccorso ai singoli che si trovino, momentaneamente, in bisogno [...]. Con apposite cessioni, ben determinate, il lavoratore potrà ottenere piccole somme per far fronte alle immediate esigenze. All'Istituto basterà avere l'autorizzazione a riscuotere direttamente dalla compagnia portuale una concordata percentuale sul salario giornaliero per poter anticipare, al lavoratore, quel poco denaro. Quasi tutti i lavoratori hanno, oggi, qualche azione della cooperativa o, per lo meno, qualche piccolo peculio trattenuto dalle compagnie, e non è arrischiare il somministrare loro piccole somme anche su quelle garanzie. Queste facilitazioni non possono compiere gli istituti borghesi; l'unica banca che potrebbe fare queste buone cose sarebbe la Cassa di Risparmio del Monte di Pietà, ma essa è governata con criteri tanto restrittivi ed antiquati che non è a discorrerne malgrado essa dipenda, direttamente, dal Comune .
Era Nuova (L'Azione Socialista) ribadisce come il proletariato, per emanciparsi, abbia necessità di usare la forma più capitalista d'ogni altra: la banca . Non è difficile ipotizzare le conseguenti critiche: Qualche ignorante o qualche astuté>vin mala fede griderà, con aria di uomo sorpreso. Oh, ohi i socialisti banchieri, e crederà mettere in evidenza una grave contraddizione. Errore! Il 'socialismo è il continuo avanzarsi del proletariato che si vale di tutte le forze, di tutti gli organismi che, nella società presente, gli danno possibilità di emanciparsi, gradatamente, dal capitale e gli danno mezzo di conoscere e governare gli innumerevoli istituti che hanno, nella società attuale, la loro ragion d'essere e, sempre nell'intento mai smentito, mai dimenticato, di evolvere la società presente in modo di avvicinare l'effettuazione della democratica socializzazione dei mezzi di produzione .59) Il 19 agosto 1905 Era Nuova (L'Azione Socialista)
59) Cfr. Credito operalo, in Era Nuova (L'Azione Socialista), 15 luglio 1905, n. 12, terza serie.
Si ringrazia Vito Malcngni, direttore dell'Istituto socialista ligure di studi storici,