Rassegna storica del Risorgimento

GENOVA PORTO 1901-1910; MURIALDI LUIGI
anno <1993>   pagina <551>
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Libri e periodici 551
mancano contìnui riferimenti al contesto sociale e storico-economico evidenziato da autori classici (Galanti, Grimaldi, Genovesi) e contemporanei (Villani, ViUari, Demarco, Piacanica).
Dopo aver illustrato il funzionamento delle dogane interne ed esterne del Regno di Napoli, il ruolo della Regia Camera della Sommaria nella gestione dei tributi ed, ancor più, l'appropriazione di essi da parte di arrendatori, baroni, maestri portolani, l'Autore esamina, negli aspetti quantitativi e qualitativi, la produzione delle due province.
Nella seconda parte il Gangemi si occupa dei luoghi d'imbarco delle merci e dei loro stato in funzione delle possibilità di caricamento dei mezzi di trasporto per via mare. L'unico vero attracco che si potesse chiamare porto era quello di Crotone, specializzato nel commercio del grano, dell'olio e del formaggio. Il Galanti nella relazione del 1792 poneva il problema dei costi di manutenzione per far fronte al suo interramento, che ammontavano a 12.000 ducati all'anno. L'Autore individua anche i paesi di provenienza dei padroni e noleggiatori di barche, rilevando la presenza di francesi, inglesi e, tra gli italiani, di genovesi. Pur nella incompletezza delle fonti, egli si sforza di ricostruire le destinazioni delle merci e il tipo di naviglio e pone in risalto il fenomeno del contrabbando che, particolarmente con il trasporto a mezzo di feluche, era praticato in modo quasi universale dalla marineria calabrese. Esso veniva ampiamento favorito dal sistema doganale, che prevedeva numerosi passaggi di documenti nel tempo e sul territorio (arrendatori e maestri portolani dislocati in località distanti anche sette giorni di viaggio), una diversità di imposizione tra le varie dogane e l'applicazione di una tariffa di tratta in continuo mutamento o, peggio, soggetta all'interpretazione ed all'applicazione di addetti troppo spesso più inclini a trarne giovamento personale che a riscuotere quanto dovuto.
Un tema che l'Autore affronta è quello dell'uso o, meglio, dell'abuso del patrimonio boschivo calabrese e della complessa normativa che ne disciplinava 'l'utiliz­zazione e collega non pochi degli odierni problemi dello sviluppo di quella terra alla miope visione che già allora si aveva del bosco come bene improduttivo e non come fattore di sviluppo economico e di razionale utilizzazione del suolo.
Ampia è la bibliografia di questo saggio che, ben corredato da tavole, grafici ed illustrazioni, è senza dubbio da porsi tra i più significativi di questi ultimi anni nell'ambito della ricerca storiografica meridionale.
MARILINA DI DOMENICO
MICHELE GOTTARDI, L'Austria a Venezia. Società e istituzioni nella prima dominazione austriaca 1798-1806; Milano, Franco Angeli, 1993, in 8, pp. 341. L. 50.000.
Questo volume, che fa parte della collana Studi e ricerche storiche , diretta da Marino Berengo e Franco Della Peruta, ricca oramai di un catalogo di 170 opere, affronta il non facile tema della riorganizzazione di Venezia e delle province venete da parte dell'Austria in quel breve periodo di otto anni che va dalla pace di Campo-formido al trattato di Presburgo. Tutta la complessa opera di ristrutturazione fu con­dotta, dopo le iniziali incertezze, con notevole impegno e riguardò tutti i settori della società. Dopo un breve perìodo di transizione, in cui parvero convivere uomini del vecchio ceto dirigente e nuovi amministratori, prevalsero i criteri imposti da Vienna tramite il plenipotenziario Joseph Mailath von Szokhely in un primo tempo e il gover­natore Ferdinand von Bissingen-Nippenburg successivamente.
Il lavoro del Gottardi descrive e analizza l'opera svolta da questi gran commis nel vari campi della vita pubblica: l'amministrazione della giustizia, la politica fiscale.