Rassegna storica del Risorgimento
Istria
anno
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1994
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pagina
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4
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4 Carlo Ghisalberti
L'afférmazione bistorta filia temporis, quindi, nello studioso istriano assume una duplice valenza. Da un lato quella data dal suo accostarsi ad essa scegliendo un tema, le vicende istriane, sentito fortemente come elemento centrale del suo essere e del suo pensare. Dall'altro quella scaturente direttamente dalla prevalenza dell'approccio positivistico dominante la cultura di allora, della quale era nutrito, per cui la ricostruzione di qualsiasi fatto, prescelto come tema del proprio studio, doveva avvenire in modo filologicamente ortodosso, evitando, cioè, ogni divagazione eterodossa, ossia ogni contaminazione con elementi che potessero alterarne la verificabilità assoluta. Influenza, quindi, da un lato dell'ambiente di origine e del suo modo di essere e di pensare ed insieme recezione di un metodo di studio allora proprio di molti tra i migliori/*
Nel contemperamento di questi due elementi caratterizzanti la sua vocazione prima alla storia, ha operato il giovanissimo storico dell'Istria sin dall'indomani della sua partecipazione all'impresa dannunziana di Fiume da lui vissuta non, come fu per molti altri, per mero spirito di avventura ma nella consapevolezza del comune destino che univa alle province allora redente anche la città del Carnaro. Nulla di retorico o di vacuamente nazionalistico dominava, però, il pensiero di De Vergottini che, alieno come parecchi cultori di storia patria della sua generazione dagli eccessi fantasiosi della retorica, rifiutando completamente ogni divagazione astratta ed ogni suggestione letteraria, nel suo ripensare alle vicende adriatiche si manteneva del tutto aderente alla realtà vissuta da quei territori.
Se si leggono le pagine introduttive dei suoi Lineamenti storici della costituzione politica dell'Istria durante l'alto medioevo, il maggiore sicuramente degli scritti sulle vicende della sua terra e quello destinato immediatamente al successo, si resta colpiti dal fatto che, a differenza degli storici che avevano fino allora dedicato il loro studio a quella re-
(1900-1973). Uno storico del diritto al crocevìa tra due culture, estr. da Atti e memorie della "Deputazione di storia patria per le province dì Romagna, a.s., voi. XXIV, 1973, p. 3 sgg.; P. COLLIVA, Ricordo di Giovanni Ve Vergottini, in Rivista di storia del diritto italiano, voi. XLVI (1973), p. 215 sgg.; P. COLLIVA, Uno storico tra i giuristi (ricordo di Giovanni Ve Vergottini), in Rivista trimestrale di diritto e procedura civile, fase. 1, 1975, p. 314 sgg.; F. CROSARA, Il ricordo di Giovanni Ve Vergottini, in Atti e memorie della Società istriana d'Archeologia e storia patria, n.s voi. XXIII (LXXV della raccolta), 1975, p. 3 sgg.; P. COLLIVA, Giovanni Ve Vergottini (1900-1973), in Università di Bologna. Annuario degli anni accademici 1972-73, 1973-74 (884*-8859), Bologna, 1976, p. 409 sgg.; G. SANTINI, Ricordo di Giovanni Ve Vergottini, in Archivio giuridico, CXC, 1976, fase. 2, p. 91 sgg.; C. G. MOR, Giovanni Ve Vergottini, estr. da Atti della Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna (ci. Scienze Morali), anno 74, Rendiconti, voi. LXVIII, 1979-1980, p. 303 sgg.; F. SEMI, Istria e Dalmazia. Uomini e tempi, voi. I: Istria e Fiume, Udine, 1992, p. 389 sgg.
2) Sulla prevalenza della metodologia filologica nella storiografìa giurìdica degli anni in cui venne formandosi De Vergottini, cfr. B. PARADISI, Apologia della storia giuridica, Bologna, 1973, p. 164 sgg.