Rassegna storica del Risorgimento

Istria
anno <1994>   pagina <8>
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Carlo Ghisalherti
suo familiare da poco nobilitato, Giuseppe Vergottini, a questa fase piut­tosto drammatica della storia istriana, metteva in luce come le origini del Risorgimento nazionale anche nella sua regione abbiano avuto carat­teristiche comuni con quelle delle altre aree della penisola. Tale comu­nanza mostrava come la borghesia intellettuale e professionista, tenden­zialmente filofrancese e sicuramente ostile all'Austria, abbia costituito allora l'elemento determinante le scelte ed i comportamenti politici di una regione nella quale la marginalità rispetto al centro dell'Impero napoleonico ed i caratteri peculiari della sua tradizione rendevano ancor più evidenti le contraddizioni ed i limiti dell'operato politico ed ammini­strativo della Francia che pure, in qualche misura, operava per favorire la sua modernizzazione.8*
La nostalgia per Venezia, quindi, degli istriani delle origini del Risor­gimento sembra al De Vergottini il rimpianto per la perduta indipen­denza della loro terra assoggettata a dominatori stranieri dopo la fine della Serenissima sentita come il proprio Stato, o, almeno come quello del quale anche essi a titolo particolare erano parte integrante per le vicende di una storia quasi millenaria vissuta insieme. Nu con Ti, Ti con Nu, era il grido tante volte ripetuto che dava il senso, esclusivo ed insieme eccezionale, del nesso che aveva unito alla Dominante questa penisola dal passato estremamente complesso alla cui storia De Vergottini avrebbe ripensato costantemente lungo il corso della sua vita.9*
Alle origini di questo nesso era la dedizione delle città istriane che, in forma diversa secondo i tempi e le circostanze, si legarono a Venezia col vincolo della fidelità*, vincolo mai riconosciuto dall'Impero che si vedeva così sottratta la possibilità di una ulteriore avanzata verso l'Adria­tico e di un allargamento dei suoi sbocchi in quel Sinus Venetorum considerato vitale per il commercio mediterraneo. Dalla fidelitas pattizia concordata tra quelle città e Venezia alla totale loro subiectio alla Sere­nissima molte e diverse furono le fasi, determinate proprio dalla forza dell'Impero e dalla sua capacità di esercitare, mediatamente o immediata­mente i diritti sovrani sull'intera area regionale. Forza e capacità che dalla seconda metà del tredicesimo secolo, dai tempi, cioè, di Corrado IV, ancorché la Marchia Istrìae fosse de iure feudo imperiale, erano progres­sivamente venute meno mentre fortemente cresciuta era la potenza di
*> G. DE VERGOTTINI, La fine del dominio napoleonico in Istria (Appuntì d'ar­chivio), pubblicato nel 1926, ora in Scritti, cit., voi. Ili, pp, 1355-1364. È interes­sante notare come trent'anni più tardi G. QUARANTOTTI, Trieste e l'Istria nell'età napoleonica, Firenze, 1954, che aveva compiuto la migliore indagine storica sull'argo mento, dovesse riconoscere al medie vista De Vergottini, il merito indubbio di aver offerto con i suoi studi dedicati alila vicenda della regione tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento, una interpretazione tuttora valida del periodo e del fatti che vi si svolsero.
9> G. DE VERGOTTINI, Riflessioni sulla storia politica dell'Istria, il testo, del 1950, ora in Scritti, dì., voi. Ili, pp. 1081-1093.