Rassegna storica del Risorgimento
Istria
anno
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1994
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pagina
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13
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Giovanni De Ver gattini e l'Istria 13
tiva di verificare così l'astrattezza di un formalismo giuridico che talvolta in sede storiografica aveva preteso di dare spiegazioni univoche a fenomeni diversi ed a situazioni difficilmente tra loro omologabili. De Vergottini, peraltro, nella sua affinata sensibilità di studioso, era più che mai alieno da ogni velleità di dare lezioni metodiche ai cultori di una disciplina nella quale metodi e soggetti di studio troppo spesso sono elevati, ed al suo tempo forse meno di oggi, a motivi di divisione e di contesa tra coloro che la professano*
Gò posto sembra doveroso considerare De Vergottini uno storico veramente completo, che, per l'interesse dimostrato sin dagli anni della sua formazione e per la tecnica di ricerca e di ricostruzione dei fatti e dei personaggi ai quali si era dedicato, può essere collocato tra gli studiosi più sensibili ai problemi delle istituzioni e del condizionamento che su queste esercitano le circostanze politiche. La consapevolezza della perenne coniunctio tra lo svolgimento degli eventi storici e l'evoluzione istituzionale, la coscienza del legame profondo esistente tra le istituzioni e le idee, del nesso, cioè, che pone a fianco il modo di essere e di vivere di una società con il suo sentire le ragioni determinanti quell'essere e quel vivere, erano fortissime nello storico istriano, sensibile, peraltro, anche al ruolo svolto ed allo spazio occupato dai singoli personaggi nella storia.
Ad un osservatore poco attento alla effettiva natura degli studi dedicati dal De Vergottini alla sua patria istriana poteva sembrare che gli elementi istituzionali, le fonti normative ed i fattori strutturali costituissero l'unico centro d'interesse dello storico e che, peraltro, l'indicazione dei personaggi che a quelle istituzioni, a quelle fonti ed a quelle strutture in qualche modo sembravano ricollegare la propria attività, potesse essere meramente casuale, quasi priva di altro obiettivo se non quello di arricchire di nomi il quadro della storia politica e civile della regione. Questa impressione, però, appare del tutto infondata ed erronea, derivando soltanto da un'evidente incomprensione dell'approccio storiografico del De Vergottini.
Questi, aduso a uno stile rigoroso, stringato e poco proclive all'esaltazione retorica di uomini e fatti ed assolutamente alieno ad ogni sopra-vàlutazione, per qualsiasi ragione, degli uni e degli altri, quando la vicenda dei primi od il verificarsi dei secondi non fosse assurta ad elemento essenziale, non aveva mai negato od anche soltanto sottovalutato il ruolo delle singole personalità nella storia. In tutti gli scritti sulla sua regione, infatti, e naturalmente nell'opera maggiore, i Lineamenti storici della costituzione politica dell'Istria durante l'alto medio evo, frequenti erano i riferimenti ad autorità civili ed ecclesiastiche che avevano esercitato poteri, svolto funzioni o, comunque, erano state politicamente attive nel quadro istituzionale istriano, ed in specie durante l'età comunale, quando, cioè, la maggiore autonomia cittadina e gli allentati vincoli di dipendenza da autorità superiori consentivano a personaggi locali di farsi protagonisti