Rassegna storica del Risorgimento
Istria
anno
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1994
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pagina
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14 Carlo Ghisalberti
principali o anche soltanto comprimari della vita pubblica .I8) Il magistrale saggio Momenti e figure di storta istriana nell'età comunale, pubblicato nel 1952, mostra, forse più di ogni altro scritto sulle vicende della regione, quanto grande fosse in lui la consapevolezza del ruolo che nella vita delle istituzioni pubbliche e, più generalmente, del diritto hanno sempre svolto gli uomini che di quelle istituzioni e di quel diritto sono gli artefici ed insieme gli utenti.19)
Alle scelte compiute da quegli uomini od anche ad essi imposte andava la sua mente, cosciente del fatto che la soggezione delle città istriane a Venezia tra Duecento e Trecento, ancorché non avvenuta per una libera opzione ma per una soggezione dettata in qualche caso dalla forza, in altro dalle circostanze, si era tradotta nel tempo in una fusione spirituale totale con la Dominante. Di essa gli istriani divennero fino alla fine sostenitori e difensori, condividendone splendori e decadenza e sviluppando, insieme ai veneti, quella coscienza nazionale che ispirerà il loro Risorgimento ed il loro irredentismo, e che giustificherà pienamente dopo la prima guerra mondiale, il completamento dell'unificazione, realizzata con l'annessione della loro terra alla patria comune.
La tristezza per il distacco da Parenzo, paese natale e luogo dei primi suoi affetti, il dolore per l'eccidio di molti a lui carissimi, il disinganno per l'indifferenza di quanti in Italia hanno accolto senza batter ciglio la cessione dell'intera regione istriana o, addirittura, per ragioni ideologiche o di partito, quella cessione hanno applaudito, e la partecipazione sofferta e continua alla tragedia immane dell'esodo dei tre o quattrocentomila suoi abitanti costretti ad abbandonare dimora, beni e terra, avevano segnato profondamente nell'animo De Vergottini, Da storico, consapevole della realtà e conoscitore degli uomini qual'era, però si sforzava di comprendere, anche se forse non riusciva a giustificare quanto aveva vissuto: Tutti noi, che viviamo in quelle che trent'anni fa chiamavamo le vecchie Provincie, sentiamo che non dobbiamo attendere troppo interessamento dai non istriani per la nostra sorte. Ma, a che recriminare? A ciglio asciutto, rinchiusi nel nostro dolore, noi ricordiamo i nostri Morti che
18J II richiamo a personaggi della storia istriana, alle cariche da loro ricoperte, al ruolo da loro svolto, e, soprattutto, alla loro Influenza diretta o indiretta sulle vicende regionali è naturalmente d'obbligo per G. DE VERGOTTINI, Lineamenti storici della costituzione politica dell'Istria medievale, tir., pp. 5-6 che, pur dichiarandosi uno storico del diritto e, pertanto, attento al formarsi ed all'evolversi degli istituti giuridici, polemizzava con E. Mayer, autore nel 1903 di un saggio sulla Costituzione municipale Dalmato-Istrìana nel Medioevo e le sue basi romane, e negava l'autonomia del diritto rispetto alla politica, affermando implicitamente il legame esistente tra il primo e la seconda, specie nel settore pubblicistico. Legame che lo porterà sempre, nel corso delle sue ricerche, a collocare i personaggi politici maggiormente qualificanti le vicende istituzionali al centro del suo interesse.
H) G. DE VERGOTTINI, Momenti e figure della storia istriana nell'età comunale (1952), in ScrHH, voi. ITI, pp. 1147-1190.