Rassegna storica del Risorgimento

Istria
anno <1994>   pagina <15>
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Giovanni De Vergottini e l'Istria 15
abbiamo lasciato laggiù, sotto la terra calpestata dallo straniero, pensiamo alla nostra Terra perduta .20) Il passato istriano da lui studiato tanto intensamente si saldava col presente dando un senso alla sua lezione la cui validità sembra più che mai attuale.
CARLO GHISALBERTI
** G. DE VERGOTTINI, Riflessione sulla storia politica dell'Istria, cit., in Scritti, voi. Ili, p. 1093. H finale commovente di queste sue Riflessioni riporta alla mente un altro passo di uno storico, anch'esso istriano, appartenente come Giovanni De Vergottini, a quella generazione dev'esodo, che giovane aveva vissuto l'esperienza dell'annessione alla patria italiana e, vent'anni dopo, quella assai dolorosa del distacco. Così, infatti, E. SESTAN, Venezia Giulia: lineamenti di storia etnica e culturale, Roma, 1947, pp. 7-8, aveva concluso la commovente introduzione al bellissimo scritto dedi­cato alla sua terra: Chi scrive è italiano, e, per origini familiari, italiano di quelle terre ora perdute: gli si perdoni se nel rievocarne le memorie, un velo di malin­conia scenda talvolta, a turbare il sentimento, ma, si spera, non la serenità del giudizio. La millenaria quercia d'Italia, percossa da tanti fulmini, investita da tante tempeste, ha ritratto la sua ombra protettiva da quelle sue terre estreme; come da­vanti, ad ogni spettacolo di impoverimento e di decadenza, il cuore si stringe di tristezza. Quando, poco più di vent'anni or sono, per una sorte simile alla nostra, i Greci d'Asia minore abbandonavano, dopo quasi tre millenni, le rive sonanti del­l'Egeo, portavano con sé le memorie di Mileto, di Efeso, d'AUcarnasso: le memorie più insigni, germinali della civiltà mediterranea ed europea. Non così alte memorie si lasciano alle spalle, oltre Adriatico, i profughi dell'Istria; eppure il cuore san­guina. Ma la storia, come la vita, è immortale e sana da sé le sue ferite e si ac­cresce delle sue stesse sconfitte. Con questa fede siano dedicate alle ceneri dei miei vecchi, là nel cimitero di Albona, queste brevi pagine di una storia che continua. E sia una storia meno intrisa del fatale retaggio umano dell'odio e del sangue . Ernesto Sestan era differente per carattere, oltre che per interessi e metodi scientì­fici da Giovanni De Vergottini, rispetto al quale mostrava una maggiore pacatezza nel giudizio dovuta, forse, anche ad un certo atteggiamento più mitteleuropeo do­vuto ai contatti col mondo austro-german ico della giovinezza, peraltro coltiva ti nel corso della sua vita: eppure il distacco dell'Istria dal!'Italia e l'esodo della sua gente, dovuta a fatti che storicamente poteva capire ma non giustificare, l'avevano egualmente ferito nei sentimenti più intimi, Su questo studioso istriano, cfr. ora A. ARA, Ernesto Sestan, storico di frontiera, in Ernesto Sestan, a cura di A. ARA e U. CORSINI, Trento, 1992, pp. 9-26.