Rassegna storica del Risorgimento

Rosmini. Filosofia. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <20>
immagine non disponibile

20
Pietro Zovatto
Di questo programma che andava al di là delle reali possibilità del Rosmini e del suo cenacolo intellettuale di amici, su cui si era posta una eccessiva fiducia, uscirono una traduzione del De catechìzandibus ru-dibus ad opera del Rosmini, che portò pure a termine un denso pane­girico Delle lodi di S. Filippo Neri e una impegnata Dell'educazione cristiana (1823) e un'opera pedagogica Sul cristiano insegnamento uscito a Roma nel medesimo anno. Il Roveretano curò anche una ristampa della Storia ecclesiastica dello storico curialista Orsi, in numerosi volumi.
L'opus magnumì e cioè YEnciclopedia cristiana che nel de facto avrebbe rappresentato la risposta cattolica all'omonima illuminista non potè essere che abbozzata, perché dopo i primi entusiasmi religiosi della Restaurazione gli amici si dimostrarono fiacchi verso il loro capo ideale, sia perché l'ostilità del governo austriaco non tardò a farsi sentire nei riguardi del giovane Rosmini, soprattutto per YElogio alla santa e vene­randa memoria di Pio VII, tenuto a Rovereto nel 1823.14)
Quando morì Napoleone (5 maggio 1821) il Rosmini ricevette la no­tizia dal Messaggero Tirolese mentre si trovava nella casa paterna a Rove­reto in compagnia di Niccolò Tommaseo; sul suo, o meglio sul loro tavolo, si trovavano assieme ai giornali, il Vangelo i Dialogai di Platone, YEtica di Aristotele, le Odi di Orazio, i Carmi di Ausonio, le Ultime lettere di Jacopo Hortis, i Pensieri di Pascal, le opere di illuministi e idéologues come Helvetius, La Mettrie, PHolbach, nonché parte del suo manoscritto Saggio sopra la felicità, a cui si sarebbero potute aggiungere opere del De Bonald, del primo La Mennais e del De Maistre, che considerava il Platone cristiano e di Chateaubriand, visto come un suggestivo apologeta sentimentale 15) di eccezionale talento letterario.
Questo tavolo di per se stesso molto significativo può essere oppor­tunamente integrato dalle opere che via via Rosmini giovane studente andava leggendo nella biblioteca paterna. Sono gli Annali ecclesiastici del
1788, in 6 voli., che ebbe altra ed., avversata dal Rosmini per le sue parzialità religiose.
J3> G. A. ORSI, Storia ecclesiastica, Venezia, presso Battaggia, 1821, opera che il Rosmini fa ristampare; in essa si polemizzava con il giansenista Pietro Tamburini che sosteneva la indeffettibilità non rinfaUibilità della S. Sede anche se questa ha per suo capo il papa; si polemizzava pure con il Fleury. L'Orsi si era mostrato ostile anche al gallicanesimo del Bossuet.
1> A, ROSMINI, Panegirico alla santa e gloriosa memoria di Pio Settimo Pon­téfice Massimo, in A.R., Prose ossia diversi opuscoli, Lugano, presso F. Vèladini, 1834, pp. 121-230. Studi sul Panegirico: G.B. NICOLA, 7/ Panegirico di Pio VII, Varailo Sesia, 1924, con documenti inediti, pp. 29*64; P. ZOVATTO, Il Panegirico di Pio VII di Rosmini, m Rivista Rosminiana, 1, 1992, pp. 27-52.
W L. BUXFERETTI, Antonio Rosmini e la Restaurazione, cit, p. 49, n. 1; manca uno studio su De Maistre Rosmini; sull'influenza dcHTlallcr su Rosmini c'è lo studio di M. Sancipriano, cit.; si ha ora a disposizione: A. GIORDANO, Rosmini e Lamennais. Vede e politica, Stresa, 1989.