Rassegna storica del Risorgimento

Epaminonda Farini. Domenico Farini. Epistolari. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <41>
immagine non disponibile

Epaminonda Vanni a Domenico Farini 41
III J6>
Carceri di S. Gio. in Monte Bologna 14 7bre 1874 Car.mo Cugino,
Ti seppi malfermo in salute, e mi dolse assai, come mi duole di doverti recar disturbo. Mi sarei rivolto ad altri Deputati, come Regnoli Oreste, Miceli, Bertani, o a Tamajo o Fabrizi, ma ignoro ove dimorano. Avendo poi tu scritto a Leonida che mi valga di te, così a te scrivo, sapendo che mi ti proferisci di buon cuore.
Son già 37 giorni che conto di carcere, e dall'unico esame avuto m'accorsi di leggeri, non aver alcuna accusa. Arguisti tu dunque il motivo del mio ar­resto, e lascio a te E giudicarlo se fu costituzionale.
Non ripeto quanto ti dissi nella mia prima, per quanto riflette a' miei rovinati interessi, ed alla triste ed eccezionale mia condizione. Solo mi solle­cito a pregarti d'ottenere la mia traslocazione non essendo possibile in gior­nata la mia scarcerazione nelle Carceri di Castel S. Pietro dell'Emilia, onde di là poter, d'accordo colla sicurtà solidale di quel paese, assestare la mia am­ministrazione, e far riscuotere, quanto prima, i crediti che tengo, i quali si sarebbe nell'impossibilità, un po' più tardi, terminate le derate (sic), e molti cambiando di podere. E perciò ti raccomando, a non perder tempo, persuaso sarai compenetrato della necessità che ne ho. Ho indugiato fin oggi, sperando di ottenerlo dal Giudice Istruttore, che indarno ho chiesto di parlargli, da cinque giorni!
Fa dunque quanto puoi, e ti è dato, perché tutto non mi vadi in sfacelo; e ti rammento che col 1 Novembre p.v. devo cedere la farmacia di Doccia.
Abbiti cura, e fa di darmi buone nuove di tua salute, che ti auguro ricuperi al più presto; e ti sia grato un saluto di cuore
DalTafT.mo tuo cugino Epaminonda Farini
IV17)
Doccia, 20 Nov. 1874 Mio caro Cugino,
Fui liberato dal carcere la sera del 7, col solito non darsi luogo a pro­cedere! Novant'un giorni di detenzione: rimasto senza farmacia, e per favore ho trovato qui due stanze per tutto l'anno in corso, onde riparare le mie masserizie, e quanto aveva di superfluo in farmacia.
Per quanto potesti fare per me, te ne ringrazio. Ignorando ove dimori, spedisco queste due righe a Leonida, perché te le faccia tenere, ed auguran­doti salute, ti stringo affettuosamente la mano.
Tuo obbl.mo Cugino Ep. Farini
*> A.D.F., busta 285/37,4. "> ADÌ7., busta 285/37,?.