Rassegna storica del Risorgimento

Epaminonda Farini. Domenico Farini. Epistolari. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <42>
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42 Margherita hnardi Parente
V18)
S. Pietro in Vincoli, 4 Giugno 79 Sti.mo Cugino,
Ti devo una risposta, ed una giustificazione. Ed a questa in prima.
Appena io aveva rimesso, a mia volta, la nota istanza a chi me l'aveva raccomandata, in Imola, passò di là il Cavallotti, non rammento ora con quali' {sic) altro Deputato, ai quali crederono, quegramici, di affidarla a Loro. Tanto perché tu sappia, il motivo, che non te l'ha {sic) rinviai.
La Gazzetta dell'Emilia di Bologna, con sua corrispondenza da Roma ritengo opera di Codronchi asseriva che tu ti eri rifiutato di presentarla al Ministro Tajani, al quale volevano poi fosse diretta, e raccomandata. Saputo da Imola e da Russi tal cosa, jeri mi diedi premura di smentirla, ponendo quel periodico sul vero.
Ora alla risposta della tua, che mi compiegava la ripetuta istanza; il che farò con franchezza e sincerità.
Pur troppo il sistema attuale del governo mi fa augurare le dolci spe­ranze che nutriva colla sicurezza nel cuore nell'esilio; non che l'entu­siasmo, sfruttato dal 59 al 66!!
Al rovinio e discredito della destra parlamentare, volli pure inculcare ad altri anche militari che temevano la sinistra incapace e pericolosa, ad aspettare le opere sue, se pur un giorno fosse giunta al timone dello Stato. E venne quel dì, che patrioti d'ingegno, onesti, quanto coscienziosi, salirono al potere. E se secondo me ed altri, non pochi mancarono alla nobile missione a cui è chiamata l'Italia nostra, di fronte all'imperioso costituirsi delle nazionalità, fecero ben triste prova; pur nondimento si attendeva, che all'interno non avessero mancato alle loro promesse, ed al rispetto dei diritti dei cittadini. E tampoco poi una guerra ingiusta quanto sleale, e poco deco­rosa fra la stessa sinistra, onde scalzare con vergognose coalizioni, gl'amici, ed i patrioti. Il che evidentemente a mio parere darà alla storia argomento severo, come, pur troppo, presenta all'attuale generazione, lo spettacolo deplo­revole, del corrompersi dei più robusti caratteri, e di una scuola che rigurgita di scaltrezza, d'immoralità, e di venalità. E da ciò ne è nata la convinzione, che dalla maggioranza della Camera, si tiene in non cale la miseranda condi­zione, in faccia all'Europa, e la certezza che mai il sistema che ci regge, porrà riparo al miserrimo stato economico della nazione, e dell'operajo, e del colono. Tale è la mia.
Lungi però da te, il dubbio che vi coinvolga pochissime individualità, è vero, che stimo ; e che hanno dato prova di sincera devozione alla di­gnità, ed integrità della patria, mai sempre gelosi della libertà, dei diritti e del progresso; e non ispirati da odio di parte, e solo intenti a persecuzioni irragionevoli, ed inumane, contro qualsiasi abbia convinzioni, che non conso­nino all'Istituzione che ci regge! E voglio sperare, che crederai bene, che mai, e poi mai mi sarei rivolto a te pel compito impostomi da un sentimento uma­nitario, e dal desiderio di sollecita giustizia ! che si anela da sei mesi! le quante volte non avessi avuto in te la più intima fiducia, come mi espressi colla chiusura della mia antecedente.
Perdona la lunga chiacchierata, e l'incomodo; e nella persuasiva che ere-derai alla mia affezione, ti stringo cordialmente la mano.
Tuo aez. Cugino Eparn. Farmi
i*> A.D.F., busta 309/38,1.