Rassegna storica del Risorgimento
Epaminonda Farini. Domenico Farini. Epistolari. Secolo XIX
anno
<
1994
>
pagina
<
60
>
60
Libri e periodici
aleatori, in quanto arridati ai mutevoli andamenti mensili della spesa domestica. In tal senso, la funzione di questi ultimi riuscì più utile degli assegni familiari e di altre previdenze e provvidenze assistenziali, poiché agevolò le spese varie, permettendo alle famiglie dei lavoratori dipendenti di accedere con minore difficoltà ad un tipo di consumo orientato al soddisfacimento di bisogni più moderni. Negli anni Trenta, infatti, gli strati urbani intermedi manifestarono un'evoluzione dei loro stili di consumo. Il 37 per cento della spesa di famiglie con reddito medio mensile di 2.000 lire era destinato all'alimentazione, caratterizzata da un aumento nel consumo di carne, salumi e pesce; le spese per la casa, pari al 20,62 per cento, si articolavano in una gamma di consumi di un livello di comfort più moderno. Stabili erano le spese per il vestiario (10,49 per cento), mentre in forte aumento erano quelle varie, che incidevano per il 31,92 per cento e comprendevano una serie di consumi propri di un maggior benessere qualitativo, quali, appunto, svaghi, viaggi e doni.
La seconda guerra mondiale fece sentire i suoi pesanti effetti sul livello dei consumi delle famiglie italiane, soprattutto di quelle urbane. Nel 1942, circa il 40 per cento dei nuclei familiari non agricoli soffriva la fame, il 45 per cento aveva un vitto scarso ed il 13 per cento un'alimentazione insufficiente. Soltanto il 3 per cento, ossia 180.000 famiglie, poteva contare su un'alimentazione sufficiente o addirittura abbondante. La maggiore carenza nutrizionale riguardava i carboidrati e, nell'ordine, i grassi e le proteine. La mancanza di pane, pasta, riso ed altri succedanei era quasi identica per tutti i ceti sociali, mentre il consumo di sostanze grasse e proteiche diminuiva col decrescere del reddito familiare, fino a colpire con particolare durezza i piccoli percettori urbani di reddito fisso, costretti, perciò, a ricorrere alla borsa nera.
Nel secondo dopoguerra, fino alla metà degli anni Cinquanta, borghesi ed operai continuarono a vivere in due mondi definiti da specifiche differenze di lavoro e di reddito, irrigiditi in un vissuto quotidiano, sia personale che familiare, radicalmente separato (p. 135). La capacità globale di spesa pro-capite non era molto dissimile. Mutavano, però, i criteri che ne guidavano la distribuzione. Nei bilanci operai l'alimentazione assorbiva ancora il 66,9 per cento dell'uscita complessiva, il vestiario l'I 1,5 per cento, fitto e utenze domestiche il 7,5 per cento, le spese varie il 14,1 per cento. In quelli impiegatizi, il vitto costituiva U 59,8 per cento delle spese, il vestiario il 12,6 per cento, fitto e utenze domestiche il 9,3 per cento, le spese varie il 18,3 per cento. Una notevole differenza si riscontrava, infine, fra i bilanci familiari urbani dell'Italia settentrionale, caratterizzati dalla crescita delle spese domestiche e di quelle varie, e quelli dell'Italia meridionale, dove permaneva una stasi della capacità di spesa.
VITTORIA. EERRANDINO
Stampa e cultura religiosa tra Otto e Novecento (Quaderni del Centro Studi C. Trabucco diretti da Francesco Traniello, 16); Torino, Centro studi sul giornalismo piemontese Carlo Trabucco , 1991, in 8, pp. 108. S.p.
Francesco Traniello nel primo contributo del volume, intitolato Aspetti della cultura cattolica prima della Rerum Novarum, pone due interrogativi di notevole rilevanza per lo studio della presenza cattolica nella cultura europea e nella cultura italiana nel periodo precedente la pubblicazione dell'enciclica leo-