Rassegna storica del Risorgimento
Epaminonda Farini. Domenico Farini. Epistolari. Secolo XIX
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1994
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pagina
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61
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Libri e periodici 61
nina. Rifacendosi e riferendosi principalmente agli studi di Poulat, Traniello ritiene, con argomentazioni incisive e convincenti, che si possa parlare di una modernizzazione controllata della cultura cattolica. Così anche il quadro storico rileva ancora Traniello sul quale e nel quale opererà la Rerum Novarum, è sostanzialmente diverso da quello dominante nell'età del Risorgimento con gli ambienti cattolici pronti a percepire la questione sociale nei termini moderni solo nel corso degli anni '80.
Sintetiche ma esaurienti appaiono le analisi svolte sulle posizioni, all'interno dell'universo culturale cattolico, di Alessandro Rossi, di Carlo Maria Curci, di Giuseppe Toniolo e di Matteo Liberatore, il gesuita del quale è notato il decisivo apporto recato all'elaborazione della lettera enciclica.
Gli altri contributi di Jean-Dominique Durand [La stampa cattolica diocesana in Italia nel secondo dopoguerra 1945-1948), di P. Enrico di Rovasenda O. P, (La storiografia francese contemporanea) riguardano ambiti cronologici lontani da quello della nostra rivista: non possono esserne comunque taciute la validità e l'utilità per la storia contemporanea sembra quasi assurdo , bisognosa di ricerche articolate ed informate nei dettagli, al di là dei dati giornalistici.
VINCENZO G. PACIFICI
PIETRO ZOVATTO - GIUSEPPE RADOLE, Trieste e l'Istria tra religiosità popolare e folclore, a cura di Pietro Zovatto (Centro Studi storico-religiosi Friuli-Venezia Giulia, 22); Trieste, Tip. Fotoforma, 1991, in 8, pp. 218. S.p.
Quella che attualmente viene chiamata religiosità popolare non è una sopravvivenza rituale rimasta sporadicamente attiva nelle terre di tradizioni rurali, come nelle campagne; essa è rimasta viva anche nelle grandi città. Trieste, dagli ambienti culturali agnostici e illuministi, conserva vistosi frammenti di devozionistica, come il culto all'imperatore una specie di papa-laico , la venerazione a San Giusto e alla Madonna della Salute, una ritualità per i defunti ancora rigorosamente conservata.
La prima parte del presente libro tratta questi filoni tematici con ricchezza di documentazione; a questa aggiunge una lunga serie di libretti devoti, una cinquantina in lingua italiana e slovena, d'origine locale, stampati a Trieste, a Gorizia o in Istria. Giuseppe Radole offre nel secondo capitolo uno spaccato di religiosità popolare, seguendo i criteri dell'avvicendarsi delle stagioni e dei cicli della vita (nascita, battesimo, infanzia, fidanzamento, matrimonio, malattia, morte). Ne esce un arazzo di vita contadina istro-veneta che affonda le proprie radici nel tessuto religioso fatto di credenze devote, di usanze folcloristiche e anche di innocua superstizione paesana, rimaste rigorosamente tali fino al termine del secondo conflitto mondiale, quando l'Istria fu annessa alla Yugoslavia.
Questa ricerca, per il notevole materiale raccolto e la organicità dei risultati ottenuti, può considerarsi la prima a carattere regionale (Trieste-Istria) che possa esibire un panorama globale sulla religiosità popolare folcloristica indagata lungo l'arco dei due ultimi secoli.
GIAN BIAGIO FURIOZZI