Rassegna storica del Risorgimento

Storiografia. Filosofia. Secolo XVIII
anno <1994>   pagina <148>
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Arnaldo Salvestrini
ruolo giocato dai Sovrani e dalle loro famiglie nelle vicende anche le più grandi e rilevanti della storia.2)
Un'altra importante riflessione derivata dalla lettura e dallo studio di questo Decalogo mi pare potersi riferire al ruolo svolto da Pietro Leo­poldo già celebre al suo tempo per la sua grande opera riformatrice che aveva portato alla formazione di uno Stato sovrano e moderno come la sua Toscana nel fornire all'Antico Regime (che egli vedeva così pericolosamente minacciato dalla Rivoluzione, anche perché semplicemente questa stava minacciando la propria famiglia) una vera e propria bandiera in grado di poter competere contro gli impeti di quella.
E ancora: non mi sembra da sottovalutare (ma anzi esso è da sotto­lineare con forza) l'atteggiamento dell'Inghilterra di quasi un decennio più tardi (ma si può dire da sempre), che non esitò ad appropriarsi di quella bandiera per cercare di stringere le fila dell'Alleanza antifrancese, col mandare a rinfrescare la memoria ai due figli di Pietro Leopoldo, l'Imperatore e il Granduca, sottoponendo ai loro occhi questo importan­tissimo documento, che gli inglesi consideravano come il cemento migliore per potersi mettere in condizione di battere, finalmente e definitivamente, le forze della Rivoluzione, che già minacciavano di mettere in discussione la supremazia britannica in Europa. Ora, per raggiungere quello scopo supremo, gli inglesi accettavano perfino di allearsi col Papa e di difendere la sua persona e il suo Stato dagli attacchi dei regicidi repubblicani. Cosa dunque di meglio per l'astuta e pragmatistica diplomazia inglese che approfittare della dottrina emanata dall'Imperatore in Sassonia nove anni prima? E cosa di meglio per alcuni intriganti toscani, che cercare di in­filarsi nello stesso quadro ideologico fornito loro dal celebre ex-Sovrano, il grande Pietro Leopoldo?
Come è ben noto, lo sbarco a Livorno di truppe anglo-napoletane verso la fine dell'inverno del 1799, provocò una nuova e grave crisi internazionale che, ancora una volta dopo quella del 1793 e quella del 1796 ebbe una delle sue origini nella equivoca e pericolosa neu­tralità della Toscana. Spero qui (sulla base di una nuova documenta­zione inedita, che ho in parte trovato nel prezioso Archivio degli Asburgo-Lorena, che è a Praga, e in parte devo alla perizia e alla cortesia della mia preziosa collaboratrice, dottoressa Bianca Maria Cecchini, per la parte da lei trovata nell'Archivio di Stato di Vienna, altra fonte ancora pre­ziosa di notizie), di poter portare qualche nuova luce su questo problema.
Comincerò con questa lettera, apparentemente singolare, scritta a Fer-
2> Ctr. Pompeo Neri, in Atti del Colloquio di studi di Castelfiorentino (6-7 maggio 1988), a cura di A. FRATOIANNI e M. VERGA, Castelfiorentino, Società storica della Valdelsa, 1992. Sul problema dell'importanza dei Sovrani e del loro ruolo nella storia dei paesi e dei popoli, cfr. P. ALATRI, Le relazioni internazionali in Europa nella prima metà del XVIII secolo Roma, Istituto ita! per gli studi filosofici, 1990.