Rassegna storica del Risorgimento

Storiografia. Filosofia. Secolo XVIII
anno <1994>   pagina <150>
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Arnaldo Salvestrinì
diplomatico di Sua Maestà Britannica che non avesse soggiornato almeno per un breve periodo a Firenze e non avesse avuto facile e ripetuto accesso alla Corte del Granduca e fosse quindi a buona conoscenza degli usi, degli interessi, delle aspettative e persino degli studi ivi praticati. Tutto ciò non era invece troppo per quel fine, anche se più che deciso, diplomatico che fu il ministro di S. M. Britannica a Firenze, il pleni­potenziario cavalier Wylliam Wyndham, che aveva sostituito dal 1794 l'altro rappresentante inglese Lord Hervey che aveva dato prova di eccessiva durezza e prevaricazione e prepotenza perfino nei confronti del Sovrano della Toscana. Dunque, se si tratta come si tratta (e ciò è provato anche da un esame calligrafico e confronto di scrittura che ho fatto con altre sue lettere) dell'ambasciatore inglese Wyndham allora si deve dedurre che è falsa anche la località (cioè Londra), poiché Wyn­dham in quel tempo si trovava ben lontano da Londra. Egli era infatti a Palermo, dove si era rifugiato con molti membri del governo di To­scana (Seratti, Manfredi ni, Corsini, Fossombroni) tutti fuggiti alla sorve­glianza francese da Livorno, dove erano stati condotti prigionieri, a bordo di una nave svedese che li portò in Sicilia. A Palermo si erano rifugiati Corte e governo di Napoli dopo la proclamazione della Repubblica Napo­letana, sotto la stretta sorveglianza e protezione della flotta britannica guidata da Lord Nelson, ancora fresco della gloria di Abukir.4)
E anche la data quel 3 maggio! ha tutta l'aria di non essere autentica, trattandosi (e la combinazione sembra davvero troppo singolare e dunque altamente improbabile) proprio del giorno avanti lo scoppio della insorgenza aretina. Può dunque trattarsi di un puro e semplice espediente per far mettere a proprio credito presunte doti, sempre ottime per un diplomatico, di grande preveggenza e aumentare così la propria credibilità e quella del proprio Paese agli occhi del Granduca e aumentare così le possibilità di successo della pressione che l'Inghilterra, vero capo della Coalizione antifrancese, studiava di compiere nei confronti degli Al­leati, in particolare verso l'Austria.
Ma ecco quest'altra importante lettera, e questa volta firmata col nome autentico, come autentiche sembrano ora data e luogo della spedi­zione, sempre diretta a Ferdinando III a Vienna, e vergata con la iden­tica scrittura della precedente.
30 Juin 1799, Arezzo Altesse Royale,
Je saisis la première occasion qui se presente pour faire savoir à Votre Altesse Royale que depuis deux jours je suis arrivé dans la ville d'Arezzo: mon objet est d'ouvrir une correspondance avec la Biotte Anglaise dans la
*> Vedine il resoconto, imbarazzato e reticente, oltre che poco verosimile, fatto dal ministro degli Esteri toscano, principe Neri Corsini, a un suo ex-amico (Luigi Angiolini) che si trovava allora in Germania, in Archivio di Stato di Firenze (ASF), Acquisti e Doni, i. 251.