Rassegna storica del Risorgimento

Storiografia. Filosofia. Secolo XVIII
anno <1994>   pagina <161>
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Marc'Aurelio, l'imperatore filosofo 161
fatto dal Seratti, nel corpo principale di questa stessa lettera, relativo alle minacce fatte a chi avesse osato preferire il Granduca per regnare sulla Toscana a quell'anonimo (segnato con puntini) e che a questo punto e in questo contesto non può essere altri che l'Imperatore stesso. E que­sta mi sembra, se fosse vera, come d'altronde non dubito, una bella e importante novità, anche se non so certo se lo stesso Seratti fosse fino in fondo cosciente della importanza e della enorme delicatezza della pro­pria proposta, che pure sembra aver lasciato cader lì come per caso e alT interno di un altro ragionamento. Immenso doveva davvero essere l'odio (e che altro se no?) da lui nutrito verso il suo Sovrano, se po­teva giungere al punto di pensare (e, quel che più conta, di scrivere al Direttore del Gabinetto imperiale) alla possibilità di riunire, puramente e semplicemente, la Toscana ai territori dell'Impero, direttamente sotto lo scettro imperiale, sopprimendo d'un colpo la Secondogenitura asburgica prevista da tutti Ì trattati come forma particolare della sovranità toscana, e sovvertendo così ogni regola e ogni principio del diritto internazionale. Il Cavalier Priore andava dunque, con ciò, ben al di là di ogni principio di legittimismo, per raggiungere vertici di anarchismo reazionario, senza esempi fino a quel momento.
Molti esempi c'erano stati, invece, e molti altri ce ne sarebbero stati in seguito, dell'atteggiamento dell'Austria nei confronti della sua Toscana: a Vienna infatti non si curarono più che tanto della mirabo­lante offerta avanzata dall'ex-Capo del Governo di Firenze e non fecero che archiviare tranquillamente il tutto, senza problemi. Forse, ma non è sicuro, il Colloredo ne avrà dato comunicazione al Granduca, o almeno al Rospigliosi o al Rainoldi. A questa incredibile situazione aveva dunque portato l'odio nutrito in certi ambienti (nei più retrivi) contro il mar­chese Manfredini e contro i circoli più moderni che stavano faticosamente elaborando una nuova politica che tenesse conto anche dei nuovi rapporti di forza scaturiti dalla potenza della Francia emersa dalla Rivoluzione.
E così il Seratti aspettò invano per un altro mese una qualche ri­sposta dal Gabinetto imperiale, finché alla fine si decise a prender la penna per l'ultima volta all'indirizzo della Imperiai Cancelleria, per con­fessare di provare la mortificazione di non aver ricevuto da Vostra Eccellenza alcuna replica a quattro lettere che da qui mi sono presa la libertà di inviarle . Aveva fatto questo ultimo tentativo (e, questa volta, aggiungeva la richiesta esplicita di passarla alla notizia di Sua Maestà l'Imperatore ) in data 18 settembre, col pretesto di accludere una lettera appena ricevuta da Schoenbrunn, sì, ma non dalla Corte imperiale, ma solo da Gaetano Rainoldi, uno dei segretari del Granduca ospite del­l'Augustissimo Fratello. Vale la pena leggere integralmente questo bel capolavoro di ipocrisia fiorentina:
Vienna, li 16 Agosto 1799
Sua Altezza Reale ha veduto con immenso dispiacere dai dispacci del 29 giugno pross. pass, che il divieto di trasferirsi nelli Stati Imperiali si apprende