Rassegna storica del Risorgimento
Storiografia. Filosofia. Secolo XVIII
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1994
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Arnaldo Salvestrini
tesse pretendere di giudicare e entrare nel merito fino in fatti delicatissimi quali x rapporti di amicizia e perfino i legami di sangue fra Case regnanti. E, infatti, i ministri della Augustissima Casa (che fra l'altro erano più che occupati a far la guerra contro i Francesi) non tollerarono che un suddito si credesse diventato un cittadino o, peggio ancora, uno dei loro. Risposero secondo la loro consuetudine, cioè con il silenzio. E questo è quanto.
Eppure, se dovessi tentare di dare una risposta agli interrogativi che prima ponevo, essa sarebbe affermativa per tutti. Infatti, sicuramente la Rivoluzione aveva cambiato, nei profondo, anche se con valenze differenti, gli animi degli uomini tutti: e il richiamo fatto sopra alla insorgenza aretina non era per nulla casuale. Contò anche, senza dubbio, la rivalità e l'odio per il Manfredini e per la sua politica oscillante e, per i suoi gusti e per il suo temperamento, troppo incline ai compromessi. Contò poi, e credo moltissimo, l'influenza decisamente e settariamente reazionaria di tutta la Corte di Napoli, allora rifugiata, con altri relitti d'Europa, nella città di Palermo, sotto la protezione delle onnipotenti flotte britanniche.
Non dimentichiamo le aperture con Nelson, vere o false, che il Se-ratti aveva tenuto a comunicare, e, come si è visto, lo aveva fatto in modo alquanto altezzoso, al Granduca e, più che altro, alla Corte austriaca. A mio parere, quell'episodio dimostrerebbe, magari non in via immediata, ma certamente indiretta, una unità d'intenti fra tutte le forze inglesi, o loro amiche, presenti nel Mediterraneo, fossero essi Ammiragli, Ambasciatori, Re e Regine, truppe insorgenti e quant'altro potesse servire alla guerra, ormai senza quartiere, diretta dalla Corte di San Giacomo e dal suo Gabinetto, contro la pericolosissima potenza emergente e crescente della Francia.
Come si è visto, Wyndham era allora in Toscana, a Arezzo, e da li, come da lui stesso dichiarato, si proponeva di stabilire un collegamento fra le flotte britanniche di Nelson, le forze di terra e di mare napoletane e le flotte austriaca, russa e turca dislocate nel mare Adriatico, per poter così arrivare a uno sforzo bellico congiunto che avrebbe potuto stringere in una morsa mortale di ferro e di fuoco le forze francesi, almeno nella Penisola italiana, che era poi il compito assegnato al Wyndham dal suo Governo. A questo disegno, così coerente con la filosofia di Pilnitz citata più sopra e non a caso così funzionale all'agire così poco diplomatico e anche così poco riguardoso del Seratti, e al suo fulmineo abbandono del servizio per il Granduca e il conseguente (anzi, a rigore, precedente) suo passaggio a quello della Regina di Napoli e del suo primo ministro, l'inglese Giovanni Acton a questo disegno, dicevo, non poteva non far capo, a mio parere, l'espresso desiderio dei Seratti di andare a Trieste. Da lì avrebbe egli potuto infatti funzionare come una sorta di commissario per gli anglonapoletani ed incitare attiva-