Rassegna storica del Risorgimento

Francesco Crispi. Malta. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <189>
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Francesco Crispi a Malta 189
al padre, di cui rimane irreperito l'autografo in cui leggiamo, fra l'altro:
Conviene che V. S. sappia esser precaria la residenza d'un esule in qua­lunque parte del Continente, eccetto l'Inghilterra. Nessuno Stato offre a noi proscritti un asilo sicuro; sciaguratamente siamo esposti al capriccio dei go­verni che possono, quando lo credono, espellerci dai loro territori. Per me poi e per quanti siano nelle mie condizioni, la vita è sotto maggiori pericoli .
La lettera così prosegue: Io non ho professione da poter esercitare, né un capitale da mettere in qualche speculazione commerciale: devo dunque vivere di letteratura [...] ma [...] il letterato onesto è in una crudele posizione: se rinnega ai suoi principii (cosa in me non possibile) si espone al vitupero e alla vergogna, se vi persiste e scrive con quella virilità che devesi da uomo di co­stanza e di fede, si espone agli sdegni dei potenti .
Peccato che non si possa raffrontare il testo sull'autografo che que­sto, forse, avrebbe potuto fornirci altri dati oltre quelli che traiamo dai brani a noi noti.
Eppure, pur sorprendendoci le riserve enunciate dal Crispi circa una letteratura che rinneghi ai principi o vi persista e circa la funzione del letterato onesto o meno, non possiamo non constatare che egli visse ap­punto di letteratura nel suo primo periodo maltese. Questo termine si intende dall'esule nel senso più ampio. Lo apprendiamo da lui che, il 12 luglio 1853, così scriveva all'editore Maurizio Guigoni a Torino:21)
Da Correnti riceverete la versione della Jeanne de Haples.n) Non prima
2) F. CRISPI, I Mille, cit., pp. 27-28. Il Composto, derivandola dal -predetto testo, la pubblica in Lettere di Francesco Crispi al padre, in Nuovi Quaderni del Meridione, nn. 87-88, lugl.-dic. 1894, p. 310. I ... sono nel testo fornito dal Pala-menghi.
21> La lettera, di cui abbiamo la minuta autografa nel Copialettere citato, pp. 112-114, fu pubblicata dal Palamenghi in Lettere dall'esilio, cit., pp. 45-48.
**> Il romanzo dal titolo Jeanne de Naples, che fa parte della serie dei Crimes célèbres di Alessandro Dumas padre, racconta le drammatiche vicende che caratteriz­zarono la vita ed il regno di Giovanna I d'Angiò regina di Napoli (1326-1382). Le opere narrative del Dumas ebbero in quel tempo grande diffusione nei paesi italiani e numerose sono le pubblicazioni di esse sia nel testo originale che nelle traduzioni. Abbiamo cercato la traduzione del Crispi sia nelle biblioteche sia nei repertori bibliografici del tempo, ma invano. Abbiamo trovato, invece, altra tradu­zione dell'opera pubblicata in quello stesso anno (1853) dalla Casa editrice Biancardi di Torino con il titolo Giovanna dì Napoli Romanzo storico, di cui v'è copia nella Biblioteca Comunale di Milano. È questa l'unica traduzione del romanzo citata per quegli anni sia nel Catalogo generale della libreria italiana dall'anno 1847 al 1899, stampato a Vaduz da Attilio Pagliaini, sia nei repertori e cataloghi bibliografici da noi consultati, fra essi compresi alcuni dello stesso editore Guigoni.
Abbiamo esaminato la traduzione sopraddetta e riteniamo di potere escludere che si- tratti di quella curata dal Crispi in quanto non vi è corrispondenza in detto testo con i dati minuziosi che il Crispi, nella stessa lettera al Guigoni, annota per ìndi care le sue scelte e il metodo seguito nella traduzione. Fra l'altro in detta edi­zione i nomi dei personaggi sono segnati secondo l'originale francese mentre il Crispi