Rassegna storica del Risorgimento

Francesco Crispi. Malta. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <192>
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192 Salvatore Candido
giamo in questa e in altre lettere, aveva lasciato in consegna libri e carte prima del suo allontanamento da Torino.
A questi il Crispi inviò, dal 12 luglio 1853 fino al 12 febbraio 1854, cinque lettere. Di esse, che apportano notizie di grande interesse sul sog­giorno maltese del Crispi, soltanto una, quella del 22 settembre 1853 di cui ci avvarremo appresso, è stata parzialmente edita dal Palamenghi.26* Dalla prima lettera e dalle altre che seguono apprendiamo che il Crispi affrontava nell'isola una situazione insostenibile dal punto di vista finan­ziario e necessitava di soccorsi pecuniari o di recuperare somme dovutegli per la sua collaborazione ad iniziative editoriali; ma egli, nel contempo, era desideroso di far fronte, a mezzo dell'amico, ad alcuni debiti con­tratti prima della sua partenza da Torino. Il pagamento dei 126 franchi dovutigli dal Guigoni per la traduzione del romanzo del Dumas avrebbe potuto alleviare le sue necessità e consentirgli di soddisfare alcuni suoi creditori. Ma, pur meditando di lasciar presto l'isola, il Crispi prega il Correnti perché gli faccia giungere, per la via di Genova e a mezzo del comune amico, il noto patriota palermitano Luigi Orlando esule nei pressi di detta città, una cassa di libri che aveva lasciato in deposito.
Nella lettera del 12 luglio il Crispi scrive, fra l'altro:
La preghiera che ti do è che tu voglia prestissimo fare questo invio, avendo io deciso di partire per Parigi nei principii d'agosto. Ho già combinato pel passaporto, e mio padre mi fornirà i mezzi per l'andata. Ogni ritardo mi nuocerebbe perché mi mangerei quello che dovrebbe servire pel viaggio. Ecco quindi l'ultimo atto di fraterna carità che ti chiedo per ora e tu, che mi sei stato così affettuoso, spero non vorrai negarmelo . La lettera così prosegue: Dà un'occhiata alla Jeanne de Naples, prima che la consegni a Guigoni. Ove lo credi, ti prego a volerla correggere .
A questa lettera il Correnti rispose l'I settembre con una sua, non giunta fino a noi, in cui, come leggiamo nella risposta del Crispi del 22 successivo, includeva una cambiale da 100 franchi da scontare su com­mercianti locali. Non riteniamo che si trattasse di parte del compenso
Nel Copialettere citato, le 5 lettere del Crispi al Correnti seguono con la seguente progressione e numerazione: 1) pp. 109-111, del 12 luglio 1853; 2) pp. 125-128, del 22 settembre (è l'unica edita); 3) pp. 155-157, del 2 dicembre; 4) pp. 165-166, del 12 gennaio 1854; 5) pp. 175-177, del 12 febbraio. Oltre che nel Fondo documentario citato (Carte Crispi, ex R.E.), numerose altre lettere da e al Correnti (fino al 4 gennaio 1898, anno della morte di questi) trovansi in altri Fondi documen­tari che si conservano nello stesso A.C.S. (Carte ex Archivio di Stato di Palermo, Carte ex Deputazione Siciliana di Storia Patria di Palermo, Carte Roma-Gabinetto e altrove). Vedasi al riguardo S. CANDIDO, Sui carteggi di Francesco Crispi. Epistolari edili ed inediti, in Atti del Seminario intemazionale su La politica italiana ed eu­ropea di Francesco Crispi (Palermo, ottobre 1984), in Archivio storico siciliano, S. IV (1985), XI, pp. 327-361. Per le lettere già pubblicate vedasi M. VINCIGUERRA, Lettere inedite di Crispi a Cesare Correnti, in Osservatorio politico e letterario, 1960 n. 5, pp. 69-78.