Rassegna storica del Risorgimento
Francesco Crispi. Malta. Secolo XIX
anno
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1994
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196
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Salvatore Candido
Abbiamo notato che l'ultima lettera del Crispi all'Amari è quella del 12 febbraio 1854 e che ad essa questi rispose con altre due datate 16 marzo e 26 giugno 1854. La corrispondenza di questi segue per più di quattro mesi oltre l'ultima lettera del Crispi. Noi ritenevamo che qualche lettera di questi non fosse giunta fino a noi ma dovemmo ricrederci a causa dei seguenti accertamenti e considerazioni. Anzitutto nella sua lettera ultima l'Amari si riferisce alla sua precedente ma, come soleva, non fa cenno ad altra lettera del suo corrispondente ed amico cui rispondeva. In una lettera, tuttora inedita, poi, inviata, il 2 settembre 1854, dal Crispi esule a Londra al suo compagno di fede politica Giacinto Carini che viveva a Parigi,30* leggiamo: Salutami Amari e digli che io l'amo e che gli son grato delle fattemi gentilezze. Il mio silenzio alla ultima sua non lo scandolezzi, né mi abbia per ineducato. Tuttavia continui ad essermi utile co' suoi studi . Strana pretesa, invero, questa del Crispi che non si rendeva conto come siffatto suo comportamento potesse apparire inusuale ad un gentiluomo molto rispettoso delle forme quale era l'Amari che, per quanto pressato da urgenti esigenze di lavoro, aveva corrisposto con slancio e dottrina alla richiesta di un compagno d'esilio. Né riteniamo, come potrebbe arguirsi dalla lettera al Carini, che il Crispi avesse risposto alla penultima lettera dell'Amari. Di lettere successive a quella del 12 febbraio, infatti, non v'è traccia nel copialettere né fra le Carte Amari presso la Biblioteca Centrale della Regione Siciliana (ex Biblioteca Nazionale di Palermo), ove si conservano le cinque lettere del Crispi all'Amari né fra le Carte Crispi presso l'A.C.S. ed altri Fondi crispini a noi noti.31)
6 - L'attività pubblicistica del Crispi
Quali sono, ci chiediamo, Ì motivi di questo irriguardoso comportamento del Crispi nei confronti di un esule che anche allora godeva di grande prestigio ed a cui si era rivolto con ossequio di discepolo per averne lumi per i suoi studi su Malta? Noi riteniamo che i motivi di questo atteggiamento possano ricercarsi in due circostanze che, nel febbraio 1854, si manifestano o si accentuano: la prima è conseguente alla grave situazione economica in cui l'esule versava ed all'accertamento che essa non potesse risolversi, o almeno mitigarsi, con una attività che pre
nci tempi moderni, giurisdizione sulla Chiesa di Malta e che, pertanto, spettasse ad essa la suprema disciplina su quél clero e la decisione in ultima istanza sulle liti e vertenze che rientravano nella giurisdizione di detta Chiesa. Nell'edizione del breve saggio apparsa nel 1890 nelle pp. 201-223 degli Scritti e discorsi politici di Francesco Crispi (1849-1890) è premessa la seguente annotazione: Questa Memoria fu scritta nel 1855 . Noi, contrariamente a quanto affermano altri Studiosi, riteniamo che fosse ancora inedita alla data del 1890. Al caso ci riferiamo dettagliatamente nelle pp. 130-131 del nostro saggio, citato, sui contributi amariani alla storia di Malta araba.
3> Nel Copialettere rit, p. 128.
il) Vedasi al riguardo la nostra Memoria sui carteggi del Crispi, già cit.