Rassegna storica del Risorgimento

Francesco Crispi. Malta. Secolo XIX
anno <1994>   pagina <204>
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Salvatore Candido
tuto rimettere ad altri, se le cose fossero ite bene. Tutto ciò, poi, spesso, con la certe2za che la sera si deve andare a letto digiuni. Vedi quindi come mi tocca di rubare il tempo a lavori così improbi, e farti due righe a rompicollo e sempre con la testa in aria, perché almeno tu non potessi accusarmi di silenzio .
Triste sorte, invero, quella dell'esule in un avvio senza speranza.
Eppure gli amici che operavano negli Stati sardi non si erano scordati di lui e ne abbiamo un cenno in quattro lettere,47) di cui due inviate, il 2 aprile 1854, ad Agostino Bertani e a tale A. Naudi, che vivevano a Genova e le altre agli stessi il 22 successivo. Da esse appren­diamo che, a seguito di una sottoscrizione a suo favore (potremmo me­glio dire una colletta), promossa, per iniziativa del Maestri, da questi, da Bertani e da altri amici, di cui questi non fa conoscere per delica­tezza i nomi, il Crispi aveva ricevuto la somma di 259 franchi che era stata rimessa, al cambio di 120 scudi maltesi, a mezzo di Enrico Naudi fratello del precedente.
Episodio edificante questo, e per cui il Crispi manifestava viva grati­tudine. Finora ignorato, esso getta luce sulla solidarietà di alcuni emi­grati verso il loro compagno di idee e di sventura di cui erano note le benemerenze per la causa comune e le strettezze del bisogno.
Traiamo pretesto da questa notizia per riferirci marginalmente (ma riteniamo di doverlo fare per compiutezza di informazione) ad un caso in cui, parecchi anni dopo la partenza da Malta, si cercò di coinvolgere e rendere responsabile il Crispi che vi apparirebbe uomo avido e di pochi scrupoli. Nel 1896 si pubblicò a Parigi un voluminoso libello contro di lui48* a firma di tale Diana Vaughan (nome sotto cui, come ci comu­nica il prof. Aldo A. Mola, si nascondeva tale Leo Taxil). In esso è detto, fra l'altro, che, agli inizi del 1855, il Crispi, affiliato alla Zetland Loge, si sarebbe reso colpevole della sottrazione di 800 franchi dalla cassa dell'istituzione, somma, però, che non avrebbe avuto il tempo di spen­dere e che sarebbe stato costretto a restituire {n'ayant encore dépensé presque rien).
È questa una notizia che riteniamo del tutto infondata e tenden­ziosa anche per il fatto che nel 1855 il Crispi aveva lasciato l'isola. Ma sul caso richiamiamo l'attenzione degli studiosi maltesi ove voles­sero accertare la veridicità o meno della notizia sui registri della Loggia massonica sopraddetta, registri che l'autore del libello... non aveva avuto come scrive l'avvertenza di consultare nel 1889 durante un suo sog-
47> Nel Copialettere eit., <pp. 180-182.
*o DIANA VAUGHAN, Le 33e Crispi. Un pattadiste homme d'Etat démasqué. Bio-grapbie docutnenièe du Héros dépuis sa naissance jusqu'à sa deuxieme mort, Paris, Librarne Antimaconnique, 1896, p. 38 sgg.