Rassegna storica del Risorgimento
Francesco Crispi. Malta. Secolo XIX
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1994
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Salvatore Candido
Europa che il dispotismo e l'autocrazia , si chiede per quali motivi i liberali italiani avrebbero dovuto parteggiare per la Francia e per l'In-ghilterra (cioè per la causa turca) e quale vantaggio addurrebbe alla causa de' popoli e delle nazionalità il trionfo definitivo degli anglo-francesi . Ne conseguiva che la vittoria delle Potenze Occidentali avrebbe provocato l'assorbimento da parte dei turchi di tre fortissime razze, slava, greca e rumena; ma la vittoria dei russi avrebbe portato a una schiavitù peggiore per i Polacchi e per altri popoli soggetti. L'autore dell'articolo (il Mazzini?, il Savi?, il Crispi?) afferma che la guerra sarà una realtà quando diventerà la vera espressione della lotta che dura da secoli il duello fra la libertà e la oppressione e conclude osservando che i liberali sarebbero stati. inconseguenti se avessero parteggiato per uno dei due contendenti o se credessero possibile la vittoria senza il concorso dei popoli: idee queste che sono confermate, nella stessa edizione, in altro articolo dal titolo Una guerra europea considerata relativamente all'Italia in cui è rivolto appello agli italiani tutti perché, indebolendosi gli Stati belligeranti, fossero pronti a lottare per la loro nazionalità, essendo vicini i tempi del riscatto, come è detto nell'editoriale del n. 263 del 27 settembre 1854 dal titolo II nuovo equilibrio europeo.
Ma pur una distinzione vi è fatta tra turchi e russi, in quanto nell'editoriale dal titolo La Turchia (pubblicato nel n. 287 del 21 ottobre), è detto a chiare note che, ove avessero vinto i turchi, questi sarebbero stati costretti per le pressioni dei cobelligeranti, particolarmente della Gran Bretagna, ad accettare tutte le leggi della civiltà europea ed entrare energicamente, sicuramente sulla via del progresso ; ove avessero, invece, vinto i russi, lo zar sarebbe divenuto il gran pontefice de' tiranni e il riordinatore dell'Europa . E la Polonia, l'Ungheria, la Lituania ben sapevano quali fossero i modi seguiti da questi nel riordinare l'Europa!
È questa, pur nel riconoscimento che i due contendenti erano fautori della peggiore tirannide, una concessione alla alleanza della Turchia con l'Occidente cui il gioco diplomatico che si svolgeva da tempo faceva prevedere che dovesse aggiungersi il Regno di Sardegna a sostegno di questa.
Senza dubbio, in nessun caso il Crispi avrebbe potuto scrivere con la stessa liberta e spregiudicatezza con cui poteva esprimersi Un giornale genovese. Si aggiunga, poi, che questi operava in una linea avanzata rispetto al teatro di operazione essendo l'isola di Malta la piazzaforte inglese in cui convenivano navi da guerra e mercantili che portavano uomini, viveri, mezzi per la guerra spietata che si combatteva nel Medio Oriente, particolarmente nella penisola di Crimea per l'assedio di Sebastopoli.
Ma è tempo di passare all'esame dei due giornali del Crispi per accertare attraverso di essi come egli potè seguire e proporre ai lettori gli avvenimenti europei e, particolarmente, quelli dell'area mediterranea.